Un uomo è andato a fare la spesa nonostante sapesse di avere la malattia: può essere accusato di epidemia colposa. Denunce per chi è uscito a comprare la playstation o a fare una passeggiata fuori dal proprio Comune. Chiusi molti bar in tutta Italia che erano aperti dopo le 18: multe anche per i clienti. Il caso di Prato: 7 denunciati perché a passeggio "senza motivazione compatibile" con il decreto
Un uomo è andato a fare la spesa al supermercato a Sciacca nonostante fosse stato trovato positivo al coronavirus. Per il reato di epidemia colposa rischia fino a 12 anni di carcere. È la denuncia più grave tra quelle eseguite in tutta Italia dalle forze dell’ordine per violazioni delle misure anti-contagio: locali che restano aperti anche dopo le 18, assembramenti di persone nei parchi o nei circoli, persone che si muovono violando quanto previsti dal decreto del 9 marzo che ha trasformato il Paese in “zona protetta”.
Proprio sugli spostamenti esistono però alcune zone grigie nelle disposizioni arrivate da Palazzo Chigi e dal Viminale: il governo ha specificato che vanno evitati tutti gli spostamenti, ad eccezione di quelli per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità. Tra le situazioni di necessità è previsto l’acquisto di generi alimentari ma anche di altri beni necessari (ad esempio le lampadine che si sono fulminate in casa). Non si può andare a mangiare dai parenti, mentre è ammesso ad esempio uscire con il cane per le suo esigenze fisiologiche. Così come le disposizioni specificano che è permesso fare attività motoria e andare nei parchi, ma ovviamente non in gruppo. In generale quindi, laddove le misure anti-contagio restano vaghe, vale la regola del buon senso: è possibile – ma sconsigliato – fare una passeggiata, una corsa, uscire a comprare le sigarette, purché si resti nel proprio quartiere. Uscire dal proprio Comune per esigenze diverse da lavoro e salute non è consentito.
Da Sacile a Pordenone per la play station – Lo dimostrano le denunce fatta ad esempio a un goriziano che è andato a Pordenone in una officina meccanica per contrattare l’acquisto di un’auto, oppure a un sacilese che si è andato sempre a Pordenone per acquistare una play station. Allo stesso modo, è stata denunciata una coppia che si trovava a Fiumicino, vicino a villa Guglielmi, senza una legittima giustificazione, nonostante entrambi fossero residenti a Cerveteri. Anche a Morciano di Romagna, nel Riminese, sono stati denunciati quattro ragazzi per inosservanza delle disposizioni dell’autorità: avevano deciso di fare una passeggiata in un parco ma provenivano tutti da comuni limitrofi. I carabinieri di Crotone hanno denunciato sette persone perché stavano circolando senza motivo per le vie della città.
Il caso di Prato – A Prato invece 7 persone sono state denunciate dalla polizia perché “sentite in merito alla loro presenza in loco, non sono state in grado di fornire alcuna spiegazione compatibile, per ora, luogo e plausibile motivazione, con il decreto governativo”. Invece tre esercenti, titolari di un bar in via Santa Trinita, un bar e un kebab nel quartiere Soccorso, sono stati denunciati perché attivi oltre le 18. I tre sono stati anche segnalati alla prefettura competente per l’eventuale adozione di provvedimenti di sospensione delle attività.
In 10 in giro senza motivo a Bologna – La maggior parte delle denunce però riguardano violazioni palesi delle disposizioni. Da Pordenone a Ostia, decine di persone sono state denunciate da polizia e carabinieri perché si muovevano in auto senza le ragioni previste dal decreto. Accertamenti anche a Bologna dove, solo martedì, la polizia ha denunciato 10 persone trovate, senza motivo provato, in via Marco Emilio Lepido, via Matteotti, via Indipendenza, via Belle Arti, via Massarenti e via di Corticella.
Chiusi bar e sale giochi in Sardegna – I controlli e le relative denunce delle forze dell’ordine hanno riguardato soprattutto i locali. Un circolo ricreativo del Nuorese è stato chiuso dai carabinieri della Compagnia di Ottana perché il locale alle 20 era ancora aperto: oltre al gestore sono stati denunciati anche il segretario del circolo e i clienti che si trovavano all’interno. La Polizia locale di Sassari ha denunciato il legale rappresentante di una sala giochi aperta. In un bar del centro dopo le 18 c’erano ancora quattro clienti che sorseggiavano bevande al bancone. Anche in questo caso è scattata la denuncia e l’attività è stata immediatamente fatta cessare.
Venezia, festa nel centro culturale – Venti persone sono state denunciate dai carabinieri a Venezia: nella zona di Cannaregio, i militari del Nucleo Natanti hanno sorpreso 10 giovani durante una festa all’interno di un centro culturale con tanto di musica e alcolici. Stesso scenario poche ore dopo, a pochi metri da San Marco, dove i militari hanno denunciato altri 10 persone mentre stavano bevendo alcolici per la strada, incuranti delle disposizioni ministeriali.
A Frosinone un bar aperto anche alle 4.30 – Quattro titolari di bar denunciati nel Frusinate. A Veroli i Carabinieri, intorno alle 19, hanno notato un bar ancora aperto con all’interno tre persone: denunciato il titolare, un 61enne del posto. I carabinieri di Filettino poi hanno denunciato un 47enne di Ripi, gestore di un bar trovato aperto alle 20. I militari di Pontecorvo hanno denunciato un 66enne di Piedimonte, titolare di un bar di Aquino, poiché trovato aperto alle 4.30 del mattino con all’interno diversi clienti. Scena simile a Brindisi dove alle ore 20, in un circolo privato, otto persone consumavano alcolici: i clienti, il titolare e i soci sono stati denunciati.
Denunciati due giovani su un’auto rubata – I controlli hanno portato anche a denunciare persone già fermate per altro reato. A Mestre, ad esempio, uno straniero è stato trovato in possesso di droga e insieme al suo amico è stato denunciato anche per la violazione al divieto di circolare senza giustificati motivi. Allo stesso modo a Guastalla, nel Reggiano, due giovani sono stati fermati mentre viaggiavano a bordo di un’auto rubata: sono stati denunciati dai carabinieri non solo per furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione, ma anche per il mancato rispetto del decreto anti-contagio.