“Sono vicina a tutte le persone che stanno soffrendo, a quelle che stanno perdendo un lavoro o lo hanno già perso. Immaginiamo anche le persone – sembra brutto dirlo – che stavano facendo un lavoro in nero e che improvvisamente si sono ritrovate senza”. A dirlo, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, in onda su La7, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, sugli effetti dell’emergenza coronavirus. La dichiarazione della prima cittadina della capitale ha fatto il giro dei social network, attirandosi diverse critiche. Tuttavia c’è chi ha fatto notare che, pur essendosi espressa male, il riferimento andava ai tanti lavoratori in nero, loro malgrado, (baby sitter, colf, camerieri e tanti altri) che risultano fortemente penalizzati dalle misure restrittive del governo.
Nel pomeriggio, è arrivata la precisazione della sindaca: “Non ho mai detto che lavorare in nero è giusto, anzi. Ho pensato ai precari o alle tante partite Iva nate per nascondere il lavoro dipendente. Ho pensato anche a chi è sfruttato ingiustamente. E ho sollevato un problema sociale legato a chi, anche tra questi lavoratori, ora non ha più i soldi per fare la spesa perché è stato mandato a casa. Il lavoro nero è un tema che va sollevato. Far finta che non esista e che queste persone non esistano è solo ipocrisia. Ci sono lavoratori che sono sfruttati due volte proprio perché costretti a subire ricatti dai loro datori di lavoro. Io non me ne dimentico. Il lavoro nero è evidentemente sbagliato. E lo ribadisco. Per questo ho lottato e sempre appoggiato misure per contrastarlo”.