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Chelsea Manning, la “talpa” di Wikileaks ha tentato il suicidio in carcere: ora è in ospedale

L'ex soldato americano, accusata di aver rivelato segreti militari al tempo della guerra in Iraq, è detenuta dallo scorso maggio per essersi rifiutata di testimoniare sul caso Assange

Chelsea Manning, l’informatrice di Wikileaks, ha tentato il suicidio in carcere: ora è in ospedale e, secondo i suoi legali, le sue condizioni migliorano. L’ex soldato americano è in carcere dallo scorso maggio per essersi rifiutata di testimoniare davanti al grand jury sul caso Assange.

Nata come Bradley Manning, all’epoca dei fatti lavorava come analista informatica dell’intelligence durante la guerra in Iraq: ha scontato 7 anni in una prigione militare per aver passato segreti militari e diplomatici all’organizzazione Wikileakes nel 2010. Il presidente Obama, nel 2017, le ha concesso la grazia. Venerdì avrebbe dovuto essere ascoltata di nuovo. “Manning aveva già detto in precedenza che non avrebbe tradito i suoi principi e la sua azione mostra la forza delle sue convinzioni ma anche il male che continua a soffrire in seguire al suo isolamento civile” spiegano gli avvocati.