Quale sarà l’indennizzo per i lavoratori autonomi e le partite Iva ferme a causa dell’emergenza coronavirus? Chi prende il congedo parentale per stare con i figli che sono a casa da scuola riceverà tutto lo stipendio? I precari avranno diritto agli ammortizzatori? E i lavoratori dello spettacolo? Chi è in affitto e in queste settimane resta senza reddito avrà lo stesso aiuto promesso a chi paga il mutuo? Sono alcune delle domande a cui risponderà il decreto con misure straordinarie per lavoratori e famiglie che il governo dovrebbe varare venerdì. Non è escluso però che il provvedimento slitti al fine settimana perché si sta ancora lavorando ai dettagli. In compenso dopo la videoconferenza tra il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e l’opposizione le risorse messe in campo sono salite a 15 miliardi dai 12 annunciati ieri. Tra i punti emersi dalle bozze c’è l’equiparazione del periodo di quarantena alla malattia, i cui costi saranno a carico dello Stato. Oltre agli aiuti alle famiglie e ai lavoratori – come la cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori dipendenti, i congedi speciali e i “voucher babysitter” – il decreto prevede anche incentivi alla produzione di mascherine, sostegno per il sistema sanitario e la possibilità di requisire “strumenti medici o chirurgici o in via temporanea” ma anche alberghi e altri immobili per aumentare i posti letto per far fronte all’emergenza.

Quarantena equiparata alla malattia I periodi di quarantena saranno equiparati alla malattia, certificata dal medico curante. Vengono posti a carico dello Stato, anziché a Inps e datori di lavoro, i costi per i lavoratori privati in malattia.

Ammortizzatori per tutti, anche precari e agricoli – Nel decreto ci sarà, con un finanziamento di 5 miliardi, l’estensione della cassa integrazione a tutti i lavoratori dipendenti. A prescindere dalla dimensione dell’impresa, quindi anche per quelle “micro”. La cassa garantisce fino all’80% dello stipendio e non oltre un tetto di 1.150 euro al mese, ma in questo caso ci sarà anche il soccorso del Fondo di integrazione salariale che verrà rafforzato per arrotondare all’insù la cifra. Saranno previsti anche meccanismi di sostegno per precari, partite Iva, professionisti, stagionali (come i lavoratori del turismo o delle spiagge) e atipici (come quelli dello spettacolo): è allo studio l’ipotesi di garantire a tutti 500 euro al mese, come per gli autonomi della ex zona rossa del Lodigiano. Per gli autonomi si studia anche la sospensione dei versamenti previdenziali e assistenziali. Il governo ipotizza una copertura per tre mesi, prorogabili. Cassa integrazione in deroga estesa anche ai lavoratori agricoli, non coperti dalla cassa integrazione ordinaria e non tutelati da Fondi di solidarietà.

Tate e congedi parentali anche per autonomi – In arrivo congedi speciali e voucher babysitter per i lavoratori, dipendenti o autonomi, con figli piccoli a casa da scuola. Nella bozza sono ipotizzati diversi schemi di intervento ancora in via di valutazione: il ministero della Famiglia punta a 10 giorni di congedo per chi ha figli fino a 14 anni, che salgono a 15 se utilizzati in parti uguali da entrambi i genitori, in caso di genitori single e per il personale sanitario visto che visto “hanno carichi di rischi, oltre che di lavoro, maggiori”. In aggiunta si prevede anche un “voucher babysitter” da 600 euro che salirebbe a 1000 euro per le famiglie monogenitore e per sanitari e ricercatori, e un bonus per i caregiver. Un’altra ipotesi è quella di un congedo speciale al 30% di 12 giorni per i figli, fino a 12 anni ma senza limiti di età per i disabili, che salirebbe all’80% per i redditi bassi. Stessa indennità, al 30%, sarebbe riconosciuta anche agli autonomi e agli iscritti alla gestione separata Inps. Prevista l’assenza senza perdere il posto di lavoro anche per chi ha figli minori oltre i 12 anni. In alternativa previsto il voucher di 600 euro.

Bonus ai caregiver – La bozza del decreto prevede che “per l’anno 2020 è riconosciuta la corresponsione di un bonus di 500 euro a favore di coloro che svolgono le funzioni di caregiver familiare”, cioè chi si prende cura di un familiare affine con disabilità e non autosufficiente, “per fare fronte agli oneri di cura non professionale di persone non autosufficienti”.

320 medici militari a sostegno degli ospedali – Tra i punti della bozza c’è anche l’aggiunta di 320 unità di personale militare – di cui 120 medici e 200 infermieri – alla sanità pubblica. Il testo prevede anche che siano aumentate le risorse umane dell’Inail, con l’assunzione a tempo determinato di 200 medici specialisti e di 100 infermieri da impiegare assistenza e cure ambulatoriali agli infortunati sul lavoro.

Incentivi alla produzione di mascherine – La bozza prevede anche che, per “assicurare la produzione e la fornitura di dispositivi medici e di protezione individuale, ai valori di mercato al 31 dicembre 2019, Invitalia è autorizzata a erogare finanziamenti mediante contributi a fondo perduto e in conto gestione, nonché finanziamenti agevolati alle imprese produttrici“. Sarà la Protezione civile a definire e avviare la misura. I dispositivi andranno con priorità ai medici e agli operatori sanitari

Possibilità di requisire alberghi, immobili e forniture mediche – La Protezione Civile fino al 31 luglio o fino a fine emergenza potrà disporre “la requisizione in uso o in proprietà, da ogni soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico-chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere” per assicurare “le forniture” e “implementare il numero di posti-letto specializzati” per la cura del coronavirus. Possibile anche la requisizione “temporanea” di alberghi o beni immobili per ospitare persone in quarantena.

Mutui delle famiglie e affitti – Nel decreto sarà prevista una moratoria di 18 mesi sui pagamenti delle rate del mutuo sulla prima casa per chi è impossibilitato a lavorare a causa del coronavirus, è in cassa integrazione o perde reddito per effetto delle misure. Ci saranno inoltre dei paletti anche legati alla soglia di reddito.Attualmente l’accesso al fondo ad hoc (Fondo di solidarietà Gasparrini) ha dei limiti: massimo 250mila euro di mutuo e 30mila euro di Isee. Ma il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha assicurato che “la moratoria non sarà legata all’Isee”. Allo studio anche un sostegno per chi non riesce più a pagare l’affitto e per i proprietari che si troverebbero a pagare tasse sui canoni non riscossi. Una moratoria su mutui e prestiti in generale è prevista in accordo con l’Abi per le zone rosse e potrebbe essere estesa, consentendo poi “un rientro graduale”.

Liquidità alle imprese – Oltre al blocco dei mutui, per le imprese sono in arrivo altre misure per tenere aperte le linee del credito evitando però che le banche rischino di trovarsi a bilancio nuovi crediti deteriorati che innescherebbero un circolo vizioso. Uno degli strumenti sarà la garanzia dello Stato, che arriverà probabilmente attraverso il potenziamento del Fondo di Garanzia per le Pmi.

Stop alle scadenze fiscali – Per le imprese si sta anche valutando una sospensione di tasse e contributi, a partire dai versamenti Iva previsti per il 16 marzo. E si ipotizza di estendere a tutta Italia lo stop alle rate della rottamazione già previsto per le zone rosse. L‘Agenzia delle Entrate oggi ha sospeso le attività di liquidazione, controllo, accertamento, accessi, ispezioni e verifiche, riscossione e contenzioso tributario che non siano in imminente scadenza.

Le bollette: stop a sospensione forniture, aziende concedono rateizzazione – Il decreto sulle zone rosse prevedeva lo stop al pagamento fino al 30 aprile, con la previsione dell’eventuale rateizzazione una volta terminato il periodo di sospensione. Ora l’Autorità per l’energia ha stabilito che tutte le eventuali procedure di sospensione delle forniture di energia elettrica, gas e acqua per morosità – di famiglie e piccole imprese – vengono rimandate dal 10 marzo scorso e fino al 3 aprile 2020. Viene inoltre istituito un conto presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali, con disponibilità fino a 1 miliardo, per garantire la sostenibilità degli attuali e futuri interventi regolatori a favore di consumatori e utenti.

Alcune aziende poi si sono mosse per conto proprio: il gruppo Iren ha interrotto le nuove azioni di sospensione/riduzione delle forniture dovute alla morosità e offre a tutti i propri clienti “che subiscono un’oggettiva situazione di difficoltà economica la possibilità di richiedere il rinvio della scadenza di pagamento di 30 giorni oppure la rateizzazione in tre rate nei tre mesi successi”. Lo stesso ha deciso Hera. Basta rivolgersi al servizio clienti. Acea a sua volta ha disposto la sospensione delle attività di distacco delle forniture e rinvia il pagamento delle bollette per i clienti in situazioni di difficoltà.

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