Scuole chiuse, lavoro a casa, spostamenti limitati: un primo effetto delle restrizioni imposte per il coronavirus si è visto nel cielo del nord Italia, dove i livelli di inquinamento sono drasticamente calati in poche settimane. I livelli di biossido di azoto, un marcatore dell’inquinamento, sono calati con decisione. L’effetto si vede chiaramente dalle foto postate su Twitter da Santiago Gassò, ricercatore dell’Università di Washington e della Nasa, che mettono a confronto la situazione del 14 febbraio e quella dell’8 marzo, prima e dopo lo ‘stop’ imposto dall’epidemia: il colore rosso scuro, che indica una concentrazione eccessiva di No2, si attenua fino a scomparire. Le immagini arrivano dai sensori del satellite Sentinel 5 del programma europeo Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa).
In one month, there is a clear decrease of NO2 levels (a pollution marker) in northern #Italy according to the satellite sensor @tropomi @avoiland @elisa_ox @blefer @rjswap pic.twitter.com/FnSz4AtT8q
— Santiago Gassó (@SanGasso) March 11, 2020
I sensori Tropomi (Tropospheric Monitoring Instrument) a bordo del satellite hanno rilevato il progressivo ridursi della nube rossa di biossido di azoto, il gas nocivo emesso dai combustibili fossili, quindi in particolare dai veicoli a motore e dalle strutture industriali. Un effetto simile è stato fotografato dai satelliti all’inizio di marzo in Cina, dove i livelli di biossido di azoto sono calati del 30%, attraverso le immagini raccolte dalla Nasa e dai satelliti di monitoraggio dell’inquinamento dell’Agenzia spaziale europea (Esa).