Il giornalista Antonio Martinez Rón: "Seguiamo lo stesso percorso dell’Italia. Il coronavirus è stato preso alla leggera fino a pochi giorni fa quando è iniziato a crescere il contagio”
L’ultima volta che la festa popolare spagnola Las Fallas era stata cancellata c’era la guerra civile, tra il 1936 e il 1939. La festa del fuoco e dei giochi pirotecnici della città di Valencia, che dà inizio alla primavera e richiama oltre due milioni di persone è stata sospesa ieri sera, davanti alla crescita esponenziale dei casi di Covid19. Una decisione annunciata nella notte da Ximo Puig, il presidente della Regione Valenciana.
Il virus si sta diffondendo rapidamente anche Spagna. Sono appena stati superati i 2000 contagi e le 35 persone morte, con una velocità che ricorda i numeri italiani di dieci giorni fa. I focolai principali sono le città di Madrid e di Victoria, nella regione di Euskadi.
Nella capitale spagnola sono stati registrati più della metà dei contagi e il sistema sanitario inizia a arrivare al limite. José Ramón Arribas, responsabile del dipartimento di Malattie Infettive dell’ospedale La Paz-Carlos III denuncia che la situazione negli ospedali della capitale potrebbe arrivare al collasso, senza più posti nei reparti di terapia intensiva e con scarsità di equipaggiamenti di protezione, come le mascherine, i guanti e gli occhiali. Ha lanciato questo appello ieri sera nelle reti social poco prima della comunicazione ufficiale del Presidente Pedro Sánchez, che annunciava al Paese l’arrivo di settimane difficili, per la diffusione dell’emergenza sanitaria.
“Seguiamo lo stesso percorso dell’Italia. Il coronavirus è stato preso alla leggera fino a pochi giorni fa quando è iniziato a crescere il contagio”, spiega Antonio Martinez Rón, giornalista e divulgatore scientifico, che vive a pochi chilometri dalla città di Madrid. Da lunedì con la moglie e i figli si sono isolati in casa, limitando il più possibile i contatti con l’esterno, cosciente del peggioramento della situazione nelle prossime settimane. “Fino a domenica scorsa abbiamo assistito alla celebrazione di eventi con partecipazione di massa, ma adesso sono iniziate le prime cancellazioni”. Il giornalista è tra gli organizzatori del festival scientifico Naukas, che ha cancellato e rimandato i prossimi incontri, optando per le conferenze in streaming.
Come in Italia, anche in Spagna sono iniziate le prime chiusure di scuole e luoghi pubblici. A Madrid sono stati cancellati gli eventi con più di mille partecipanti e si può accedere ai luoghi culturali lasciando liberi un terzo dei posti disponibili. Le università non sono ancora chiuse ma si stanno preparando piani di docenza virtuale e anche tra gli studenti sono stati riscontrati casi positivi, come nella facoltà di Scienze Sociali dell’Università Complutense. Invece nella regione di Euskadi, il secondo focolaio spagnolo le scuole e le università sono già chiuse fino al 24 di marzo.
Per quanto riguarda gli eventi pubblici, la preoccupazione è alta. Ieri è risultato positivo al coronavirus Javier Ortega Smith, numero due del partito di estrema destra Vox. L’8 marzo, Ortega Smith aveva partecipato al congresso di Vox, con migliaia di partecipanti, tenutosi a Vistalegre, poco fuori Madrid.
Il dibattito sulla cancellazione delle manifestazioni in Spagna è in continua evoluzione, soprattutto per la Semana Santa e le sue processioni che riempiono le strade di Siviglia durante la settimana di Pasqua, e le successive giornate di festeggiamenti, la Feria di Abril. Entrambe per il momento non sono state sospese.
Invece, i primi eventi annullati sono stati il Mobile World Congress a Barcellona, il festival di giornalismo digitale di Huesca e il festival musicale Locos por la musica di Victoria. E nel sud del paese: le feste della Magdalena nella città di Castelló e il festival del cinema di Malaga. “È possibile che nei prossimi giorni assisteremo a una cancellazione di tutti gli eventi, nonostante la reticenza per l’inizio della stagione turistica alta in Spagna”, conclude Martinez Rón, “ci stiamo avvicinando velocemente allo scenario italiano e dobbiamo rendercene conto per frenare la curva del contagio”.