Ecco la rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano. Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa
Campionati fermi, ma le domeniche bestiali non si fermano col coronavirus e lo affrontano con coraggio, quasi come un assistente arbitrale affronta gli avversari bandierina alla mano. O prendendolo alla gola come un calciatore con l’allenatore avversario oppure in maniera ciclopica, scagliando massi come alcuni tifosi siciliani. Ci auguriamo di rivedere presto riaperti i campi dilettantistici e di veder ripopolati gli spogliatoi, con borsoni che invece di tacchetti killer e calzini puzzolenti nascondono tesori. Infine una precisazione importante, di chi non ci sta a passare per “stalker”.
LA VERSIONE DI SCARSO
Nella scorsa settimana avevamo riportato il racconto dell’arbitro che aveva espulso Federico Scarso del San Bernardino Solferino. Ironicamente lo avevamo definito “Stalker”, perché nelle motivazioni della sua squalifica per 6 giornate viene descritta una insistenza continua mista a insulti e minacce. Federico però smentisce questa versione, dandoci la sua e raccontando diverse incongruenze: “Già il fatto che l’arbitro scriva che sia stato salvato da me solo grazie all’intervento dei dirigenti, e poi che per la squalifica si tiene conto del fatto che i dirigenti non siano intervenuti la dice lunga. Per quel che mi riguarda, posso dire che dalla panchina (sono il secondo portiere) gli ho chiesto di far attenzione all’uso delle mani e mi ha ammonito, poi mi sono alzato in piedi e mi ha espulso. Quando gli ho chiesto spiegazioni dopo la partita, mi ha detto di andar via e lì sono sincero, l’ho insultato. Minacciato no, insultato sì. Poi con tutta calma sono tornato, bussando al suo spogliatoio per scusarmi e quando, sempre con modi gentili gli ho chiesto di nuovo spiegazioni mi ha detto ‘Sa benissimo cosa ha fatto’. Dice di sentirsi minacciato: talmente minacciato che va tranquillamente fuori a buttare un succo di frutta. Nel parcheggio non ho aspettato nessuno, ero lì per prendere la mia auto. Ed è vero, quando l’ho visto ho tirato giù il finestrino e qualcuna gliene ho detta. Questo è quanto”.
LO CHIAMAVANO BULLDOZER
Cinquanta metri trascinando l’allenatore avversario per il collo. Per questa prodezza si è beccato cinque giornate di squalifica il centrocampista del Norba Conversano: “Dopo la fine della prima frazione di gioco agganciava con il braccio sinistro la gola del citato allenatore trascinandolo dal centrocampo sino agli spogliatoi”.
POLIFEMO
Come Polifemo il Ciclope nell’Odissea, così i tifosi della Pro Favara: “ Per gravi manifestazioni di intemperanza, da parte di propri sostenitori, nei confronti di sostenitori avversari verso i quali venivano lanciati grossi massi”. E chissà che gli avversari non tifassero per la Pro Nessuno.
IL DOPING
Ancora una bella foto dalla pagina “Abruzzo Calcio Ignorante”: dal borsone di uno dei calciatori dell’Asd Ocre Calcio, terza categoria, compare una succulentissima salsiccia, forse anche piccante: integratori veri e a quanto pare pure efficienti. L’Ocre è quarto in classifica con una partita in meno…e pare avere tutti gli argomenti per vincere i play off. Il vero calcio pane e salame: che torni presto, prestissimo.