Su ilfattoquotidiano.it continua il racconto della quotidianità di una giornalista di Casalpusterlengo, colpita come i suoi concittadini dai provvedimenti restrittivi per evitare il contagio: "Ogni giorno contatto con Whatsapp qualche amico: pregando che alla domanda “Come va?”, la risposta sia “Qui tutto ok”. Non riesco ancora a vedere la luce in fondo al tunnel"
Oggi Casalpusterlengo piange uno dei suoi “storici” medici di famiglia, scomparso a 64 anni a causa del Covid-19. Continua ad essere un bruttissimo momento e continuo a sentirmi più al sicuro tra le mura di casa.
E se oggi in tutta Italia sono stati organizzati concerti sul balcone per superare la paura del coronavirus, preferisco soffermarmi sull’iniziativa degli amministratori della pagina Facebook “Sei di Casalpusterlengo se…” in collaborazione con l’amministrazione comunale: una raccolta di tablet usati per far “incontrare” virtualmente i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva e gli anziani ospiti delle RSA della zona, con i propri familiari. Persone che in questi giorni di sofferenza e preoccupazione, non hanno nemmeno il conforto del contatto visivo con i propri cari.
E poi il servizio offerto dalla farmacia comunale, sempre di Casalpusterlengo: consegna domiciliare per gli over 65. Intanto la mia famiglia si fa bastare quello che c’è: un’oretta in giardino anche con un pallido sole, una torta cucinata insieme, un film scelto dai bambini, le telefonate ai nonni. Le nostre giornate sono semplici, semplicissime, e ugualmente piene: mancano però, alcuni degli affetti più cari.
Ogni giorno contatto con Whatsapp qualche amico: pregando che alla domanda “Come va?”, la risposta sia “Qui tutto ok”. Non riesco ancora a vedere la luce in fondo al tunnel. E penso che, dopo questa emergenza, tante cose non saranno più come prima. Noi non saremo più come prima.
(immagine postata sulla pagina facebook “Sei di Casalpusterlengo se…”)