Fuggiti dopo 15 mesi di prigionia. L’italiano Luca Tacchetto e Edith Blais, donna canadese del Quebec, rapiti in Burkina Faso, sono riusciti a rifugiarsi nel vicino Mali. I due sono scappati e hanno fermato un’auto che li ha condotti alla più vicina base dei caschi blu dell’Onu. Questa è la ricostruzione fatta dal capo della missione Minusma dell’Onu in Mali, Mahamat Saleh Annadif, in base ad alcune informazioni preliminari. I due giovani, vestiti da tuareg, “sono sicuramente riusciti a fuggire, sono stati prelevati da un veicolo civile che li ha portati al campo di Minusma”, ha detto.
I due si trovano in buone condizioni e sono arrivati a Bamako, capitale del Mali. La situazione è stata monitorata fin dal mattino dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dal suo omologo canadese Philippe Champagne e dall’Unità di Crisi della Farnesina. Di Maio ha diffuso la notizia con un post Facebook, dopo aver sentito Tacchetto al telefono.
Nunzio Tacchetto, padre di Luca, ha comunicato la notizia al presidente della provincia di Padova, Fabio Bui. “Io e il papà di Luca ci sentiremo domani – ha aggiunto Bui – Oggi pomeriggio non ci siamo detti molto altro, la famiglia sta vivendo un momento molto concitato”. Nel primo pomeriggio anche il sindaco di Vigonza, Innocente Marangon, ha parlato al telefono con Tacchetto, che gli ha riferito che “Luca è in mani sicure”. Apprese queste notizie, nel paese di Vigonza le campane hanno tutte suonato a festa. “È stato un segnale per esprimere la gioia sopita nelle nostre case. La liberazione di Luca è una fiammella di luce in un momento grigio” ha commentato Marangon.
Tacchetto e Blais erano scomparsi il 16 dicembre 2018 in un’area del Burkina Faso, nota per essere una roccaforte della ‘cellula’ locale dello Stato Islamico, lo stesso gruppo responsabile dell’uccisione di quattro soldati americani in Niger l’anno scorso. A dare per primo la notizia, poi confermata anche dall’Ansa, è stato il New York Times.
Tacchetto e Blais erano partiti in auto il 20 novembre 2018 dall’Italia con l’obiettivo di arrivare in Togo per collaborare come volontari alla costruzione di un villaggio. I due erano arrivati in Burkina Faso dopo avere attraversato in auto Francia, Spagna, Marocco, Mauritania e Mali. Il giorno prima della loro scomparsa, il 15 dicembre, erano stati ospiti di un cittadino francese, poi erano ripartiti e non vi erano state più notizie di loro.
(immagine d’archivio: Burkina Faso)