Posti letto in terapia intensiva, subintensiva e malattie infettive quadruplicati e 740 unità in più per le “degenze normali”. È il nuovo Piano ospedaliero Veneto predisposto dalla Regione per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Un prospetto che tiene conto delle previsioni più negative possibili sulla necessità di ricoveri e di interventi delle prossime settimane, visto l’alto numero di casi già presente. L’aumento è stato possibile grazie alla riorganizzazione sanitaria decisa nei giorni scorsi che ha consentito di liberare posti letto in diversi reparti ospedalieri, destinandoli ad accogliere i pazienti più gravi. Prevista nel piano anche l’apertura di strutture deputate al coronavirus in ogni provincia del Veneto.
I posti letto totali, se si sommano quelli di terapia intensiva, subintensiva e malattie infettive, passano da 744 a 2.985. Di questi 825 saranno di terapia intensiva, quindi 331 in più rispetto ai 494 a regime, mentre 383 di subintensiva respiratoria, 298 in più rispetto alla normalità. Saranno inoltre 10 volte in più i posti nei reparti di malattie infettive: dai 165 iniziali passeranno a 1777, con un aumento di 1612 posti.
A questi si aggiungono 740 posti letto da dedicare alle degenze “normali” che saranno ricavati con la riattivazione degli ex ospedali di Valdobbiadene (140 posti), Monselice (204 posti), Bussolengo (170 posti), Isola della Scala (120 posti) e Zevio (106 posti), e 110 posti letto nelle cosiddette “Strutture Intermedie”. Cinque strutture chiuse anche da oltre 10 anni in nome di una politica dei tagli che aveva come scopo la razionalizzazione del sistema, il risparmio e la concentrazione della medicina in strutture più grandi che consentissero servizi di più alta qualità.
Il Piano di Emergenza prevede inoltre l’indicazione di alcuni “Covid Hospital” che, al loro interno, avranno aree totalmente isolate dal resto della struttura. Sono gli attuali ospedali di Belluno, Vittorio Veneto (in provincia di Treviso), Dolo e Jesolo (in provincia di Venezia), Trecenta (in provincia di Rovigo), Schiavonia (in provincia di Padova, Santorso (che raggruppa gli ex ospedali di Thiene-Schio in provincia di Vicenza), Villafranca e Borgo Roma a Verona.