Come è gestita nelle vostre città l’emergenza Coronavirus? Come si comportano le autorità e i cittadini? E nelle vostre vite, c’è qualche aspetto positivo o inatteso nell’isolamento forzato? Abbiamo chiesto ai nostri Sostenitori di raccontarcelo, inviando testimonianze, osservazioni e spunti per la redazione al Blog Sostenitore. Mai come stavolta il contributo della nostra comunità è fondamentale: con il Paese in zona rossa, ogni segnalazione è importante. Abbiamo bisogno di voi. Sosteneteci: se non siete ancora iscritti, ecco come potete farlo.
di Fabio Cavallo
Il Virus “visto” e “vissuto” solo attraverso le vostre pagine. Mi trovo all’estero per lavoro (Nicaragua ed ora Messico), uscito dall’Italia il 20 febbraio con le raccomandazioni di mio fratello: “Stai attento ad andare in giro…”. Dopo pochi giorni gli ho dovuto scrivere: “Stai attento tu che sei a casa”.
Per fortuna ho rinnovato il vostro abbonamento poco prima della partenza, sono così riuscito a sentirmi vicino a ciò che, visto da così lontano, sembrava e sembra un film surreale.
Già dopo la prima settimana, la ditta mia cliente ha responsabilmente sospeso tutte le partenze dei tecnici verso l’estero. A quanti si trovassero già fuori veniva lasciata autonomia di decisione su permanenza o rientro immediato. Abbiamo optato (io, la mia famiglia e lo staff) di portare a termine il lavoro e con l’attuale trasferimento in Messico, al quale ne sarebbe seguito un altro in Guatemala, di riuscire a chiudere alcune altre commesse sospese.
I colleghi stanno tutti lavorando da casa, sfruttando al meglio le opportunità offerte dalla tecnologia e con tutto l’impegno possibile, ma i disagi e le preoccupazioni che stanno vivendo sono palpabili anche attraverso le conference call.
Però oggi stiamo vedendo allo specchio i primi giorni di febbraio “aiuto il cinese”. Ho iniziato con qualche sussulto nelle presentazioni “ah italiano?” fino a questi ultimi giorni dove, nonostante i timbri sul passaporto a certificare la quarantena passata in paesi ancora indenni, ci hanno chiuso le porte in faccia perché comunque il passaporto è italiano.
A parte l’esperienza lavorativa, e la frustrazione di non essere riusciti a “sostenere” le residue attività aziendali, rimane il conforto della vostra informazione con lo scambio e condivisione di notizie, editoriali, vignette con la mia dolce metà che responsabilmente rimane blindata in casa cercando di “contenere” la frustrazione di suo fratello disabile il quale si è visto “proibire” i suoi momenti di socialità in paese e addirittura il caffè al bar. No, questa proprio non gli va giù.
Con un’auto parcheggiata nella desolata Linate, un volo di rientro a Malpensa cancellato, vediamo fra domani e lunedì le possibilità di rientro all’interno della zona Rossa chiamata Italia.
Sarà lunga, ma sono convinto che ne usciremo forse con una prospettiva nuova. Che sia la volta buona che “riusciamo” a capire che la Salute e la vita di comunità sono di gran lunga più importanti del Pil che tutto misura tranne ciò che ci fa star bene per davvero?
Un saluto da un altro film, ancora più surreale, Città del Messico con i suoi 22mln di abitanti.