L’avanzamento del Coronavirus anche nel resto dei paesi europei sta costringendo sempre più costruttori automobilistici a fare i conti con i disagi dei propri impianti, sia per quanto riguarda il comparto produttivo che, in molti casi, anche quello delle forniture di componentistica.
Come riportato nelle ultime ore anche da Automotive News, quasi tutte le case stanno adeguando le stesse misure in tutti gli stabilimenti europei sparsi tra Spagna, Francia, Portogallo, Germania, Slovacchia, Belgio e anche Regno Unito: con l’unica eccezione della Svezia, quartier generale di Volvo, che per il momento non sente alcun pericolo e continua la produzione indisturbata.
Il gruppo PSA, in una nota, ha annunciato di chiudere tutti gli stabilimenti nel Vecchio Continente fino al 27 marzo: in Germania, a Russelsheim e Eisenach, la controllata Opel interromperà la produzione già dal 17 marzo, ma in Francia il gruppo ha già chiuso il sito produttivo di Mulhouse. E poi martedì 17 tocca anche a quelli di Poissy, Rennes e Sochaux, e infine mercoledì a Hordain. Negli stessi giorni si interromperanno anche la produzione spagnola di Madrid e Vigo, e quella portoghese di Mangualde, mentre giovedì 19 sarà la volta di Trnava, in Slovacchia. Sempre il 19, toccherà anche ai siti inglesi di Ellesmere Port e Luton.
A Pamplona, dalle cui linee di produzione nascono la T-Cross e la Polo, Volkswagen ha deciso la chiusura dell’impianto e Seat, controllata del gruppo, potrebbe chiudere il sito vicino Barcellona per almeno 6 settimane. In Slovacchia, invece, è ferma la produzione a Bratislava di Porsche Cayenne, Volkswagen Touareg e Audi Q7, oltre alle piccole citycar Up e Citigo (di Skoda), Mii minicar di Seat, senza contare gli assi e le piattaforme per la Bentley Bentayga.
In Portogallo, invece, Volkswagen ha ridotto la produzione giornaliera del 16% per carenza di personale, mentre appena 7 degli oltre 5 mila lavoratori del sito sono stati messi in isolamento: stesso provvedimento precauzionale per 5 dipendenti della fabbrica tedesca di Kassel.
Quanto a Renault, la linea d’azione sembra essere in linea con quella adottata dai competitor: in Francia, dove tra l’altro sono in continuo aumento i casi di contagio da Coronavirus, il costruttore ha fatto sapere che fermerà la produzione dei suoi 12 siti produttivi tra cui quello di Flins, dove si produce la Zoe elettrica, che per cause estranee alla pandemia non potrà tra l’altro ricevere le forniture per continuare a lavorare. Il provvedimento riguarda complessivamente ben 18 mila operai.
Anche i siti spagnoli di Palencia e Valladolid, per mancanza di componentistica, resteranno chiusi ma soltanto per alcuni giorni. Analoga vicenda quella che riguarda i due stabilimenti che il partner giapponese di Renault ha a Barcellona: Nissan è stata costretta da venerdì a bloccare la produzione perché il fornitore di ruote si è dovuto a sua volta fermare per la quarantena imposta nella città di provenienza (Odena).
Infine Ford in Germania ha ridimensionato la propria produzione nello stabilimento di Saarlouis mentre ha chiuso, invece, il sito spagnolo di Valencia, che ha registrato 3 casi di positività al virus.