Un’altra giornata nera per le borse di tutto il mondo, trascinate in negativo dalle notizie sull’emergenza coronavirus. Il tonfo lo fa Wall Street che, dopo un’apertura in rosso che ha portato anche alla sospensione delle contrattazioni, ha chiuso con l’indice Dow Jones a –12,9%. Un tracollo del genere non accadeva dal 1987. Piazza Affari invece, dopo aver toccato nel corso del pomeriggio -11,3%, riduce solo parzialmente il ribasso in seguito alla conferenza stampa del premier Giuseppe Conte che ha annunciato l’ok del governo al decreto “cura-Italia”, di fatto una manovra da 25 miliardi. Il Ftse Mib in chiusura cede il 6,10% a 14.980,34 punti, di fatto annullando il rimbalzo di venerdì scorso. Giornata fortemente negativa per tutti i mercati azionari del Vecchio continente: la Borsa peggiore è stata quella di Madrid, che ha ceduto il 7,9% finale, seguita da Parigi (-5,7%), Francoforte (-5,3%) e Londra, che ha chiuso in perdita del 4,1%.Lo spread tra Btp e Bund tedesco chiude in netto rialzo a 262 punti, con il rendimento del decennale italiano che si attesta al 2,18%.
Già le borse asiatiche, da Tokyo (-2,4%) a Hong Kong (-4%), avevano anticipato il crollo dei listini di tutto il mondo, dopo la decisione di ieri della Fed di tagliare ancora i propri tassi di riferimento portandoli in una forchetta compresa tra lo 0% e lo 0,25%. Un’altra brutta notizia è arrivata dai dati sul crollo della produzione industriale in Cina, così come delle vendita al dettaglio e degli investimenti. Il Fondo monetario internazionale annuncia di essere pronto a mobilitare mille miliardi di dollari per far fronte all’emergenza, mentre dall’Eurogruppo – riunito in videoconferenza per varare l’ok a flessibilità e aiuti di Stato e sostegno alla liquidità per Pmi, lavoratori e famiglie – arriva la voce del presidente Mario Centeno: “Il contenimento forzato sta portando le nostre economie ai tempi di guerra“.
Wall Street a picco – La Borsa di New York è andata a picco proprio mentre Donald Trump parlava alla nazione delle conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus, annunciando una “possibile recessione” per gli Stati Uniti e ammettendo che la “situazione non è sotto controllo”: il Dow Jones ha chiuso in calo del 12,94% a 20.185,87 punti, mentre il Nasdaq ha ceduto il 12,32% a 6.904,59 punti.
Fmi: “Pronti mille miliardi di dollari” – Il Fondo monetario internazionale annuncia di essere pronto a mobilitare mille miliardi di dollari per far fronte all’emergenza coronavirus. All’economia servono stimoli per “prevenire danni duraturi” e l’azione dei governi deve essere concertata, afferma il direttore generale del Fmi, Kristalina Georgieva, sottolineando che durante la crisi finanziaria gli stimoli di bilancio del G20 sono risultati pari al 2% del Pil solo nel 2009, ovvero circa 900 miliardi di dollari di oggi. Quindi, alla luce del coronavirus, “c’è ancora molto da fare“.
Crollo cinese – Per effetto del coronavirus, la produzione industriale in Cina a gennaio e febbraio si è ridotta del 13,5%, la prima contrazione in circa 30 anni. Il dato è peggiore delle aspettative degli analisti che prevedevano un calo del 3% su base annua e mostra una brusca inversione rispetto alla crescita del 6,9% a dicembre e alla crescita del 5,7% nel 2019. Le vendite al dettaglio sono crollate del 20,5% su base annua nello stesso periodo, dopo essere cresciute dell’8% nel 2019. Gli analisti si aspettavano una flessione del 4%. Gli investimenti sono diminuiti del 24,5% rispetto all’anno precedente.
Giù le quotazioni dell’oro – Le quotazioni dell’oro sono sotto pressione. Il metallo prezioso è sceso sotto i 1.500 dollari l’oncia in un quadro di mercati in generale stallo di contrattazioni che stanno intaccando anche il tradizionale bene rifugio.
Anche la Corea taglia i tassi – La Bank of Korea (BoK) ha tagliato i tassi d’interesse di 50 punti base, allo 0,75%, portandoli ai minimi di sempre, in linea con le mosse concertate su scala globale dopo che la Fed ha azzerato i tassi e varato un Qe da 700 miliardi di dollari per combattere i rischi sull’economia del coronavirus. La decisione è la prima del suo genere in oltre 10 anni, dopo che la Bok aveva ridotto all’1,25% i tassi a ottobre. Nel board di politica monetaria del 27 febbraio era emersa la riluttanza verso altri tagli, a un mese di distanza dal primo caso di coronavirus in Corea del Sud.