Gli Stati Uniti iniziano la sperimentazione sull’uomo: i ricercatori Kaiser Permanente Washington Health Research Institute di Seattle – una delle zone più colpite dall’epidemia negli Usa – lo hanno somministrato in via sperimentale a una volontaria, una donna di 43 anni, Jennifer Haller. “È stata una opportunità immensa per me quella di partecipare ai test, di fare qualcosa”, ha detto appena uscita dall’ambulatorio. Anche l’Europa accelera: l’Ue ha annunciato finanziamenti fino a 80 milioni di euro alla CureVac per proseguire le sue ricerche, nella speranza di testare un vaccino a giugno.
Il nome esatto del potenziale vaccino è ‘mRNA-1273‘ ed è stato sviluppato dall’Istituto nazionale della salute (Nih) e dalla società di biotecnologie Moderna Inc. con sede in Massachusetts. La prima iniezione è andata alla manager di una piccola azienda tecnologica, madre di due figli, mentre altre tre persone attendevano in coda fuori della porta.”Mi sento benissimo”, ha detto Jennifer ai giornalisti e ai presenti appena uscita, con un gran sorriso. Il test di Seattle coinvolgerà 45 volontari, tutti tra i 18 e i 45 anni e senza patologie, a cui verranno somministrate dosi differenti l’uno dall’altro. Lo scopo dell’esperimento è vedere se il vaccino comporta effetti collaterali, ed è il primo passo per una sperimentazione più vasta. Le autorità sanitarie hanno spiegato che ci vorranno da 12 a 18 mesi almeno per validare ogni potenziale vaccino.
Intanto l’Unione europea ha deciso oggi di mettere a disposizione della CureVac, anche grazie all’intervento della Bei, un finanziamento fino a 80 milioni di euro per proseguire le sue ricerche per un vaccino contro il coronavirus. L’azienda biofarmaceutica CureVac “ha già avviato il suo programma di sviluppo di un vaccino anti covid-19 e si prevede l’avvio di test clinici a partire da giugno 2020”.