Su ilfattoquotidiano.it continua il racconto della quotidianità di una giornalista di Casalpusterlengo. Una zona, quella del Lodigiano, che per prima ha vissuto l'emergenza e ha fatto i conti con il contagio. "Mi rendo conto che stupire e intrattenere i bambini tutti i giorni sta diventando sempre più difficile. Mi hanno anche fatto delle richieste precise per quando fuori non ci sarà più il virus"
Questa è stata la giornata delle ricerche sulle mascherine di stoffa. Mia mamma vuole essere pronta per quando finiranno le scorte. Al di là dei tutorial, di cui non credo abbia bisogno, vorrei capire se siano davvero un dispositivo sicuro. Mi pare di aver capito che le ultime mascherine trovate in farmacia non siano poi così efficaci… Le uniche che funzionano veramente sono quelle col filtro, una rarità. Le mascherine, poi, devono essere anche idrorepellenti. In mancanza d’altro, meglio mantenere il famoso metro di distanza. E restare a casa.
Per quanto tempo ancora? Qui, dopo quei debolissimi passi in avanti verso un ritorno alla normalità, si è già tornati indietro. Ho sentito più di una persona che era rientrata al lavoro nei giorni scorsi e che è già stata lasciata a casa: per rispettare le norme di sicurezza o perché, tanto, erano fermi gli ordini dei clienti.
Vorrei essere un po’ più ottimista, ma anche oggi il consueto appuntamento delle 18.00 con la conferenza stampa della protezione civile non ha portato buone notizie. E comunque, anche nel nostro piccolo comune, il “bollettino di guerra” non si è fermato.
Restare chiusi in casa per così tanto tempo, in una situazione del genere, fa pensare troppo. Anche nei momenti in cui vorrei dedicarmi al cento per cento ai bambini, mi rendo conto di essere concentrata sulle solite preoccupazioni.
Per fortuna abbiamo riscoperto libri, foto, riguardato i video delle vacanze e delle nostre gite. Mi hanno anche fatto delle richieste precise per quando fuori non ci sarà più l’influenza: il parco, lo zoo, il mare… persino l’edicola è diventato un luogo degno da sogno.
Mi rendo conto che stupirli e intrattenerli tutti i giorni sta diventando sempre più difficile.
La sveglia alla mattina suona sempre prestissimo per poter avere qualche ora in più da dedicare al lavoro mentre i piccoli dormono. E a dormire, alla sera, si va sempre più tardi, complici i ritmi più lenti della giornata.
Ma non ci lamentiamo.
Ci chiediamo quando potremo riabbracciare e i nonni, gli zii e tutti i nostri cari. Speravamo bastassero un paio di settimane e invece è già passato quasi un mese.