Dal "pony pizza" di Elena e Silvia a Lodi fino ad Angela che, nella sua Mesagne (Brindisi), di buon mattino lascia i giornali nella cassetta della posta dei clienti. Ecco le storie degli edicolanti ai tempi dell'epidemia
“Dobbiamo resistere anche in tempi così difficili”. La voce di Elena Bianchi, a fine giornata, è stanca: nella sua Lodi piegata dal virus, fare l’edicolante non è solo rischioso per il possibile contagio o per le perdite economiche, ma diventa faticoso quando si decide di non interrompere il servizio e portare giornali e riviste a domicilio ai propri clienti. Elena e Silvia Bianchi sono le due sorelle che gestiscono l’edicola di Corso Mazzini a Lodi e da quando è scoppiato il focolaio di coronavirus hanno deciso di offrire il servizio ai propri concittadini che hanno paura di uscire di casa, nonostante le edicole siano aperte: “Facciamo una sorta di pony pizza, ma con i giornali – racconta Elena a ilfattoquotidiano.it –. Chi vuole qualcosa ci chiama, lo ordina e noi glielo portiamo”. Quella di Elena e Silvia è solo una delle tante storie di edicolanti che in Italia resistono durante l’emergenza coronavirus: c’è Amedeo Machi che a Pontedera consegna i quotidiani (soprattutto locali) agli anziani, Andrea Carbini che con la sua ape-edicola gira Milano e viene fermato ogni piè sospinto dai lettori fino ad Angela Marinosci che, nella sua Mesagne (Brindisi), di buon mattino lascia i giornali nella cassetta della posta dei propri clienti.
“Anche i giovani vogliono informarsi” – Le prime a capire l’importanza di consegnare giornali e riviste a domicilio sono state proprio le due edicolanti lodigiane: ogni mattina entro le 7.30 sulla pagina Facebook dell’edicola pubblicano le prime pagine dei giornali così che i propri clienti possano scegliere quale comprare. Poi, per tutta la giornata, si alternano: una rimane in edicola e l’altra porta quotidiani e riviste a chi ordina, più o meno una trentina di clienti fissi che in giornata arrivano a 50. Poi alla fine del mese, questi pagano il conto. Il giornale più richiesto è “Il Cittadino” di Lodi ma spesso chiamano anche molte mamme che vogliono intrattenere i propri figli con figurine o riviste per bambini: “Negli ultimi giorni ho notato che c’è sempre più voglia di informarsi perché i cittadini vogliono sapere cosa sta succedendo – continua Elena Bianchi –. E poi abbiamo anche molti clienti giovani, tra i 25 e i 30 anni, che stanno tornando a comprare i giornali di carta”.
L’ape edicola che gira per Milano – Tra chi non ha certo smesso di lavorare c’è Andrea Carbini, che a Milano porta in giro la sua “ape-edicola” – con base a Dergano – per facilitare chi decide di uscire per comprare il giornale trovandolo spesso chiuso. Mentre racconta il lavoro di questi giorni, viene continuamente interrotto da chi gli chiede quotidiani, giornali di gossip fino al nuovo libro di cucina di Benedetta Parodi: “Fino a quando passerà di qui?” gli chiede un lettore. E lui serafico: “Per molto, ancora”. “In questi giorni sto vendendo molti più giornali del solito – racconta – i milanesi vogliono informarsi sempre di più e hanno più tempo per leggere”. Tutto rispettando i protocolli sanitari: “Lavoro con i guanti, la mascherina e tengo tutti a più di un metro di distanza”.
“Resistiamo, nonostante il virus” – Lo scopo principale degli edicolanti è quello di portare i giornali agli anziani che, come soggetti più esposti al virus, non se la sentono di uscire. “Mi è venuta in mente l’idea del giornale a domicilio perché le persone anziane non se la sentono – racconta Amedeo Machi di Pontedera – mi telefonavano per dirmi: ‘mettimi da parte La Nazione o Il Tirreno’ ma poi non venivano per la paura. Così ho deciso di andare io a portarglielo”.
La stessa cosa che fa Angela Marinosci dell’edicola Ciribì di Mesagne (Brindisi): “Siamo quasi in guerra e la gente, soprattutto anziana, ha paura a uscire di casa ma allo stesso tempo vuole sapere la verità – dice a fine giornata – e noi siamo qui per questo, nonostante tutto”. Le modalità sono semplici: “Mi chiamano, io glieli lascio nella posta, in giardino o sui gradini di casa e poi me li pagano tutti alla fine del mese. Costa un po’ di fatica ma va bene così, l’informazione deve arrivare a chiunque”.
Eppure, da quando i bar e gli studi dei professionisti sono chiusi o hanno rallentato il proprio lavoro, anche Laura Cecchini dell’edicola di Piazza del Popolo a Pesaro, ha dimezzato i propri clienti. E così si è inventata la consegna a domicilio: “Io e la mia collaboratrice consegniamo gratuitamente i giornali – dice – il settore era già in crisi e con il virus abbiamo perso ancora più clienti ma negli ultimi giorni molte persone ci hanno telefonato per chiederci il giornale: proviamo a resistere così, speriamo basti”.
Twitter: @salvini_giacomo