Stop alle vendite allo scoperto e altre operazioni assistite a partire dalla seduta di domani, 18 marzo. Lo ha deciso la Consob dopo aver ricevuto parere positivo dall’Esma. Il divieto, per la prima volta, si applica a tutte le azioni negoziate sul mercato regolamentato italiano e durerà tre mesi.
È uno dei due provvedimenti volti da una parte a contenere la volatilità dei mercati finanziari e dall’altra a rafforzare la trasparenza delle partecipazioni nelle società italiane quotate in Borsa. Le misure, si legge in una nota, si sono rese necessarie alla luce delle forti turbolenze innescate negli ultimi giorni dall’emergenza legata al Coronavirus. In base al divieto sulle vendite allo scoperto, che fa seguito a quelli già adottati per le sedute del 13 e del 17 marzo, è vietata ogni forma di operazione speculativa ribassista, anche effettuata tramite derivati o altri strumenti finanziari. Sono vietate anche le operazioni ribassiste intraday.
La decisione di applicare misure restrittive sull’intero listino è stata adottata, spiega la Consob, con l’obiettivo di ripristinare l’integrità del mercato, anche alla luce delle misure eccezionali sulle vendite allo scoperto adottate nei giorni scorsi dall’Esma e dalle autorità di vigilanza di Spagna, Francia e Belgio. Al tempo stesso la Consob ha deciso anche di introdurre temporaneamente un regime di trasparenza rafforzata sulle partecipazioni detenute dagli investitori nelle società italiane quotate in Borsa a più alta capitalizzazione e ad azionariato diffuso. Il provvedimento fissa – ferme restando le soglie già previste dalla normativa vigente – soglie inferiori al superamento delle quali scatta l’obbligo di comunicare la partecipazione nelle quotate. La delibera ha effetto sulle 48 società quotate al mercato telematico azionario di Borsa Italiana, indicate nell’elenco allegato al provvedimento Consob e individuate secondo una griglia di criteri che fa riferimento ad una capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro e agli assetti proprietari (sono escluse le società controllate di diritto). La nuova soglia è fissata all’1% per le società non PMI e al 3% per le PMI. L’intero provvedimento entra in vigore da domani e ha validità, salvo revoca, di tre mesi.