I medici dell’Istituto Spallanzani di Roma hanno lottato per giorni per salvargli la vita. I primi due pazienti identificati in Italia con Covid 19, la coppia di coniugi cinesi ancora oggi ricoverati ma praticamente guariti, sono ora oggetto di uno studio pubblicato sulla rivista International Journal of Infectious Diseases in cui si svela come Sars Cov2 penetra e danneggia i polmoni. Un lavoro da cui potrebbero scaturire anche nuovi elementi per prevedere, tramite radiografia, il deterioramento dei pazienti con forme gravi.
Si tratta, appunto, di un’analisi su sole radiografie e Tac di due pazienti, precisano gli esperti dell’Inmi Spallanzani nello studio, “un uomo e una donna entrambi residenti della città di Wuhan, in Cina, in Italia per le vacanze. La 66enne donna era sottoposta a terapia orale per ipertensione, mentre il 67enne paziente maschio era apparentemente sano. Il 28 gennaio si sono ammalati contemporaneamente con sintomi respiratori e febbre e sono stati ammessi il giorno seguente, il 29 gennaio, all’unità di isolamento di alto livello dell’Istituto”, ricordano gli studiosi. “Durante il follow-up – scrivono – sono stati notati elementi non comuni come versamenti pleurici, un aspetto tubolare e allargato dei vasi polmonari e linfoadenopatia mediastinica”. E proprio “l’aspetto dei vasi durante il follow-up, potrebbe essere un segnale radiologico di allerta precoce per prevedere il deterioramento polmonare iniziale”, ipotizzano.
La coppia, nei giorni scorsi, ha ricevuto la visita del team di medici e ricercatori della Croce rossa cinese. “Sono i nostri angeli, ci hanno salvato” le parole dei coniugi aggiungendo di essere stati “trattati benissimo”. E così al termine del colloquio si è sollevato un applauso per medici e infermieri della struttura. Soddisfatto dell’incontro il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. “È stata una visita importantissima perché si tratta di esperti che sono stati in prima linea a Wuhan – commenta Vaia – è stata un’occasione di confronto e condivisione di esperienze con i nostri clinici. Sono orgoglioso che considerino lo Spallanzani ospedale di riferimento. Quello che mi ha colpito di più è stato il lato umano: l’esplosione di gioia che c’è stata durante l’incontro con i coniugi ormai guariti”.