Scienza

Coronavirus, per il vaccino corsa contro il tempo. Dopo Usa e Australia anche in Italia primi test pre-clinici sugli animali

Un'azienda italiana è pronta a partire. Il via libera alla sperimentazione sugli animali del preparato progettato è arrivato dal ministero della Salute

È una corsa contro il tempo e riguarda tutto il mondo. Dall’Australia agli Usa si tenta di sviluppare un vaccino per combattere l’epidemia di Sars Cov2. Da oggi a questa che sarà una maratone della ricerca partecipa anche l’Italia. Che è pronta a partire con i test pre-clinici e diventa apripista in Europa. Il via libera alla sperimentazione sugli animali del vaccino progettato dall’azienda italiana Takis è arrivato dal ministero della Salute. In aprile è atteso il test di un altro vaccino italiano, messo a punto dall’azienda italiana ReiThera, mentre la CureVac, attiva fra Germania e Stati Uniti, si prepara ad avviare in giugno i test pre-clinici.

I test sugli animali sono fondamentali per portare il vaccino all’uso umano e quello della Takis è il primo progetto ad accedere a questa fase della sperimentazione in Europa, ha osservato l’amministratore delegato dell’azienda, Luigi Aurisicchio. L’avvio dei test è previsto in settimana e, “se i risultati saranno soddisfacenti, il vaccino potrebbe già essere testato sull’uomo nel prossimo autunno”. Come tutti gli esperti ripetono prima di arrivare all’utilizzo del vaccino ci potrebbero volere molti mesi, anche un anno e mezzo.

Il vaccino – come riporta l’Ansa -è stato ottenuto a partire da un frammento del materiale genetico del virus e si basa sulla tecnologia chiamata elettroporazione, che consiste nell’iniezione nel muscolo seguita da un brevissimo impulso elettrico che facilita l’ingresso del vaccino nelle cellule e attiva il sistema immunitario. Il problema sono però i fondi e, “in mancanza di finanziamenti pubblici per la ricerca – ha detto Aurisicchio – abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding che ha lo scopo di raccogliere velocemente la somma necessaria per accedere alle fasi successive di sviluppo del vaccino“.

Velocità e semplificazione sono le parole d’ordine anche per accelerare la ricerca sui farmaci, ha detto il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini, nella conferenza stampa della Protezione civile. Il decreto Cura Italia, ha rilevato, ha “chiaramente espresso la volontà di centralizzare gli studi“. Semplificata anche l’emissione dei pareri etici, con un unico comitato di riferimento, presso l’Istituto Spallanzani di Roma.

Approvata la sperimentazione per la terapia del coronavirus del farmaco remdesivir, nato per curare la febbre emorragica Ebola ed è al nastro di partenza il protocollo per la sperimentazione di fase 2 del farmaco contro l’artrite reumatoide tocilizumab. Dalla prossima settimana si prevede l’avvio dei test su 330 pazienti intubati da non oltre 24 ore per valutare efficacia e sicurezza. “In poche settimane – ha detto – avremo dati più chiaro sulla quantificazione del beneficio”. Si spera di completare “in breve tempo il reclutamento di tutti i pazienti previsti. Allora potremo dire se e quanto funziona“. Restano infine confermate le terapie in atto, poiché i “dati non sono preoccupanti e tali da non richiedere cambiamenti”.