È il termometro che ti frega. Perché lo usi tutte le sere. Ancora peggio quando la prova la fai a chi hai vicino, quella persona fragile che sai che oggi non avrebbe nessuna speranza in un ospedale. Allora speri.

Ringrazi se il mercurio nel vecchio termometro non sale. Altrimenti ti inventi medico dopo che hai fatto le scorte di tutte le medicine possibili.

Il silenzio che c’è intorno sembra la pace perché è primavera e senti come la natura si sta risvegliando. La mattina in campagna è tutto un cinguettio, nei piccoli centri urbani dove la resistenza è cominciata ancora prima che nelle città. Chiami il macellaio per farti mettere da parte la carne per il tuo caro fragile. Non è un racconto. È la realtà. Che forse dovrebbero capire quelli che continuano a girare come se niente fosse. Quelli che dovrebbero sapere che oggi chi muore, solo al mondo e crede, come avviene in guerra riceve il segno di croce sulla fronte dal medico o dall’infermiera di turno.

Quelli che muoiono in casa non hanno un funerale il cui significato, per le famiglie credenti, me lo ha spiegato l’amico Don Battista: “I riti cristiani ci aiutano a fare in modo che il dolore del distacco non prevalga sulla vita su quanto insieme abbiamo costruito e ci danno la certezza che il cammino della vita non termina qui su questa terra ed allora i nostri morti solo ci precedono e c’è con loro una comunione che possiamo vivere adesso”.

Per chi crede, la mancanza del funerale priva di uno “strumento” di rielaborazione del lutto. Nei giorni scorsi è morto Sandro un amico di 59 anni. Era in un grande ospedale del profondo nord dove era ricoverato per un intervento. In attesa che si liberasse la rianimazione ha incontrato la bestia che ci siamo allevati in casa.

Eppure quando leggi quelli che raccontano “la quarantena degli altri” in casa si parla di come scegliere un film oppure un libro. Quando sei al fianco di chi sta male – e non avrebbe nessuna speranza in ospedale – sei imbalsamato dalla stanchezza, dai pensieri e dal termometro.

Non siamo in un Truman show, non ci saranno i complottisti che mostrano come in un set cinematografico sono riusciti a ricreare lo sbarco sulla luna. No. Aprite gli occhi.

Se poteste vedere ci sono città che si stanno organizzando per dove mettere i morti i vecchi raccontano che almeno in guerra ti potevi nascondere perché sua testa passavano i “Pippo”, i caccia notturno che effettuavano incursioni solitarie nel profondo nord dove oggi ci sono medici come Anna che, alla mia domanda del perché non faccia il tampone, mi ha risposto che lo toglierebbe ad un paziente.

e.reguitti@ilfattoquotidiano.it

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