Non mi stancherò di ripeterlo. La situazione tragica in cui, a causa della diffusione pandemica del Coronavirus versano l’Italia e, sempre più palesemente, il resto del mondo è rivelativa. È rivelativa, se non altro, di alcuni aspetto che, fino a oggi, erano rimasti sotto traccia. E che adesso prorompono in superficie con evidenza incontenibile.
Intanto, come s’è già in altra occasione rammemorato, è emersa la reale essenza della Ue come impaccio e non come sostegno per i popoli europei in difficoltà: l’ha ammesso perfino il Presidente Mattarella, senza troppe perifrasi. La Ue ostacola l’Italia, addirittura rischia di affondarla (si ricordino le irresponsabili parole della Lagarde).
Affiora poi, con limpido profilo, la falsità evidente dello storytelling politicamente corretto ed eticamente corrotto che da anni viene diffuso a reti unificate dagli araldi dell’ordine globalcapitalistico (giornalisti, operatori dei media, intellettuali al guinzaglio): il nuovo ordine mentale di completamento del nuovo ordine mondiale liquido-finanziario ci ha per anni raccontato che il privato era la panacea universale e che, per converso, il pubblico era il male assoluto.
Ebbene, è ora lampante che se sopravvivremo a questa catastrofe, sarà grazie al pubblico: grazie alla sanità pubblica e a quegli eroi che sono gli infermieri e i medici italiani. Lo storytelling egemonico ci ha ripetuto ad nauseam che il nemico principale era l’asse del male composto dagli “Stati canaglia” totalitari, comunisti e nemici dei diritti umani.
Eppure scopriamo ora che alcuni di quegli Stati stanno inviando aiuti all’Italia: la Cina, il Venezuela e Cuba stanno inviando medici, l’ha apertamente ammesso la Regione Lombardia. Non erano Stati canaglia totalitari? In compenso, quello che i monopolisti del discorso celebrano come il regno della democrazia e dei diritti umani, la monarchia del dollaro, non sta facendo nulla per l’Italia e, verosimilmente, nemmeno per le fasce deboli della sua stessa popolazione: quelle che, senza copertura sanitaria pubblica, saranno verosimilmente destinate a morire come le mosche, nel silenzio generale e nel bel mezzo della società opulenta.
La verità, che oggi risplende più che mai, è che l’alternativa continua a essere quella tra socialismo o barbarie: è l’alternativa tra un’“umanità socializzata” (Marx), di Stati sovrani e solidali tra loro, che si relazionano come fratelli, e un “regno animale dello Spirito” improntato alla guerra di tutti contro tutti e alla concorrenza universale tra gli Stati come tra gli individui.