Partiranno a breve anche in Italia test pre-clinici sugli animali per cercare di sviluppare un vaccino contro Sars Cov2, il coronavirus che ha sta mettendo in ginocchio molti stati. “L’emergenza coronavirus ha messo le nostre vite in stand-by chiarendo a tutti l’importanza di studiare la malattia per identificare una cura. Quel che è altrettanto chiaro, anche se pochi ne parlano pubblicamente, è che senza test sugli animali non si raggiungerà mai questo obiettivo- dice la scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo in un intervento su il Messaggero. La ricerca di una cura contro il virus passa necessariamente dalla sperimentazione animale – osserva – per capire la patogenesi dell’infezione nell’uomo, l’efficacia dei trattamenti antivirali e gli eventuali effetti collaterali, o lo sviluppo dei vaccini. Non esistono, né sono concepibili, vie alternative”.

Secondo Cattaneo “in poche settimane si è fatto molto”; per esempio “grazie ai risultati ottenuti da ricercatori del Peking Union Medical College di Pechino” sappiamo che “i topi risultano insensibili all’esposizione al virus”. E osserva: “I modelli adottati nelle ricerche sono sempre molteplici, dalla scimmia al vermiciattolo allo zebrafish“. E cita poi ricerche sul furetto, sui macachi, sulle scimmie. “Questa epidemia – continua la senatrice a vita – ci ricorda anche che non sappiamo da dove arriverà il prossimo pericolo e la possibile soluzione. È vitale sostenere nel suo complesso la ricerca di base, e battersi in prima persona perché la conoscenza possa progredire. È quindi il momento di stabilire, per oggi e per il futuro, strategie che tengano conto di quanto stiamo apprendendo sul campo, per poter attrezzare meglio sia la nostra sanità che la nostra ricerca. Oggi – rileva Cattaneo – quell’oggetto animato più piccolo di 160 nanometri ci fa capire cosa può essere, e che fine può fare, un Paese senza ricerca”.

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