“Insegnanti date i voti anche con la didattica a distanza”. Sono le indicazioni che arrivano dal ministero dell’Istruzione che nelle ultime ore ha emanato una nota avente oggetto “Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza”. La comunicazione, a firma del capo del dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, Marco Bruschi, ha voluto chiarire, dopo due settimane di lezioni online, alcuni aspetti dell’insegnamento via web. Un messaggio che non è stato apprezzato dai sindacati confederali della scuola che hanno chiesto l’immediato ritiro della nota di Bruschi definendola “inapplicabile” e con richieste “illegittime”.

Il ministero nelle otto pagine indirizzate ai dirigenti scolastici e agli insegnanti ha in primis chiarito che “il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati, perché privi di elementi che possano sollecitare l’apprendimento”.

La nota del ministero dell’Istruzione
Per viale Trastevere didattica a distanza è “il collegamento diretto o indiretto, immediato o differito, attraverso videoconferenze, videolezioni, chat di gruppo; la trasmissione ragionata di materiali didattici, attraverso il caricamento degli stessi su piattaforme digitali e l’impiego dei registri di classe in tutte le loro funzioni di comunicazione e di supporto alla didattica, con successiva rielaborazione e discussione operata direttamente o indirettamente con il docente, l’interazione su sistemi e app interattive educative propriamente digitali”.

Ma a suscitare le perplessità dei sindacati e di molti insegnanti è la preoccupazione di Bruschi per la valutazione da fare anche in questa situazione di emergenza: “Se è vero che deve realizzarsi attività didattica a distanza, perché diversamente verrebbe meno la ragione sociale della scuola stessa, come costituzionalmente prevista, è altrettanto necessario che si proceda ad attività di valutazione costanti, secondo i principi di tempestività e trasparenza che, ai sensi della normativa vigente, ma più ancora del buon senso didattico, debbono informare qualsiasi attività di valutazione”.

La circolare non dimentica gli alunni con disabilità, quelli con disturbi specifici dell’apprendimento e i Bes (bisogni educativi speciali) e infine richiama i maestri a svolgere didattica a distanza anche per i più piccoli: “Per la scuola dell’infanzia è opportuno sviluppare attività, per quanto possibile e in raccordo con le famiglie, costruite sul contatto ‘diretto’ (se pure a distanza), tra docenti e bambini, anche solo mediante semplici messaggi vocali o video veicolati attraverso i docenti o i genitori rappresentanti di classe, ove non siano possibili altre modalità più efficaci. L’obiettivo, in particolare per i più piccoli, è quello di privilegiare la dimensione ludica e l’attenzione per la cura educativa precedentemente stabilite nelle sezioni”.

Le preoccupazione dei sindacati
Indicazioni che i sindacati confederali hanno colto con preoccupazione: “La nota non risponde all’attuale configurazione normativa né allo stato di emergenza che stiamo vivendo: in questo momento straordinario in cui il Governo ha decretato la sospensione delle attività didattiche, l’attivazione della didattica a distanza non può limitarsi a replicare contenuti e modalità tipiche di una situazione di normalità. Quanto a controlli, valutazioni ed esami, andrebbe considerato con la dovuta attenzione che si tratta di attività comportanti per loro natura un carico di stress che nella presente situazione occorrerebbe quanto più possibile attenuare per tutti (alunni, famiglie, docenti, dirigenti)”.

Secondo Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda: “Le modalità individuate dalla nota come riproduzione in remoto delle attività ordinaria, oltre ad apparire illegittime e inapplicabili, richiedono inoltre, implicitamente ed esplicitamente, che sia i docenti sia gli alunni possano accedere, in modo generalizzato, a connessioni internet con strumenti software e hardware adeguati, cosa che non può certamente darsi per scontata, né il Ministero si è preoccupato di verificare almeno sommariamente la reale disponibilità delle strumentazioni idonee prima di impartire le indicazioni”.

Le modifiche all’esame di maturità
Intanto la ministra Lucia Azzolina è intervenuta a “DiMartedì” su La7 ipotizzando una chiusura delle scuole oltre il 3 aprile e chiarendo che l’esame di maturità si farà e partirà il 17 giugno: “Sto prospettando – ha detto l’inquilina di viale Trastevere – diversi scenari ma sarà un esame serio, pur tenendo conto della situazione di emergenza”. Sembra sicuro che non saranno obbligatoriInvalsialternanza scuola-lavoro. Inoltre, stando a diverse fonti, Lucia Azzolina starebbe pensando di cambiare la seconda prova che potrebbe essere rimodulata sul programma. Tra le novità ci potrebbe anche essere un cambiamento in tema di commissioni: niente commissari esterni ma solo interni con un presidente esterno.

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