Per far fronte all’emergenza coronavirus, che non è solo sanitaria ma anche economica, l’Unione europea e i singoli Stati stanno valutando una serie di misure che possano soccorrere i governi. Le ipotesi sul tavolo sono tante: dal superamento del Patto di stabilità ai coronabond proposti dal premier Giuseppe Conte. “Misure eccezionali per tempi eccezionali”, è il concetto del “whatever it takes” rilanciato in questi giorni a più livelli. Tra queste si valuta anche il ricorso ai finanziamenti del Meccanismo europeo di stabilità, il cosiddetto fondo salva Stati, sulla cui riforma l’esecutivo italiano a dicembre scorso si è quasi spaccato sotto le polemiche di opposizioni e M5s. Se la riforma in questione è stata accantonata fino a data da destinarsi solo due giorni fa, diversa cosa sarebbe l’attivazione del Mes per l’emergenza coronavirus: si ipotizza l’uso del Fondo salva Stati appunto per fornire linee di credito precauzionali ai Paesi in difficoltà e consentire alla Bce di attivare il suo “scudo anti spread“, cosa che andrebbe a vantaggio di tutti. Ma solo l’evocare la parola Mes ha fatto ripartire gli attacchi e rinascere le barricate sul fronte italiano. Sia 5 stelle che Lega, i primi ad esporsi, ritengono “inaccettabile” il ricorso a tale strumento. Silenzio da Palazzo Chigi, mentre per la maggioranza l’unico a esporsi a favore è stato il deputato di Leu alla Camera Federico Conte. Viste le campagne di Lega e grillini di dicembre scorso, nessuno osa affrontare l’argomento. Chi ha aperto una discussione nel merito è l’ex premier Enrico Letta: “Il fondo salva Stati”, ha scritto in un Twitter in francese nelle scorse ore rilanciando un’intervista del 15 marzo a Repubblica, “deve diventare il centro di reazione europea alla crisi socioeconomica causata dal Covid-19. Bisogna cambiare le regole d’utilizzo del fondo, soprattutto eliminare la condizionalità per evitare ogni parallelismo con il caso greco. E bisogna agire in fretta”.
Le Fond de Sauvetage des États, #ESM, doit devenir le centre de la réaction européenne à la crise socioéconomique emmenée par #COVID2019. Faut changer règles d’emploi du Fond, surtout éliminer la conditionalité pour éviter tout parallélisme avec le cas grec. Et il faut agir vite. https://t.co/c7mjDprD8a
— Enrico Letta (@EnricoLetta) March 18, 2020
Per ribadire il no dei 5 stelle all’uso del Mes è intervenuto oggi il capo politico reggente Vito Crimi: “Bene lo stop al patto di stabilità, ma è necessario farlo subito; l’Ue fortunatamente è arrivata anche se in ritardo”, ha esordito su Radio Capital. “Ma qualsiasi attività messa in campo dall’Ue non deve tener considerazione l’utilizzo del Mes, in quel caso sarebbero condizioni che non potremmo permetterci. Nessuno pensi di portarci alle condizioni della Grecia”. Linea ribadita dal gruppo dei deputati M5s: “Sia chiaro, non accetteremo un’attivazione del Mes, nel cui trattato istitutivo sono previste quelle condizionalità che comprometterebbero il futuro dei nostri figli: le misure di costrizione o addirittura di subordinazione devono appartenere ormai al passato. In questa fase occorre far spazio a una nuova visione dell’Unione e dei suoi meccanismi, che superi vecchie regole e vincoli e adegui le sue mosse alla portata eccezionale degli eventi”.
Nel centrodestra sul tema c’è tutt’altro che unione di intenti. Tra i più accesi oppositori del ricorso al Fondo salva Stati ci sono sicuramente Lega e Fratelli d’Italia. Ma non Forza Italia che invoca quella soluzione con Antonio Tajani. Per il Carroccio la questione è intoccabile e rappresenta una delle campagne elettorali portate avanti più a lungo. “La Borsa ha perso 300 miliardi nell’ultimo mese e sono soldi che stanno uscendo dalle tasche degli italiani”, ha detto ancora oggi Matteo Salvini. “Non vorremo che qualcuno stesse prendendo accordi a Bruxelles e parlo del Mes, della Troika e del Fondo salva stati – senza che i parlamentari siano coinvolti e ascoltati”. Concetto ribadito da Alberto Bagnai in conferenza stampa con il leader del Carroccio: “Una volta che si entra nel Mes si entra in un memorandum della Trojka. Vorrebbe dire addio a quota 100 e Iva al 25%. Per questo noi non vogliamo essere sottoposte a queste condizioni. Non chiediamo soldi per aprire gli ospedali a chi vuole chiudere gli ospedali. Le Camere devono essere informate: abbiamo un governo fuori da ogni circuito democratico che prende impegni sui risparmi degli italiani”.
Ma come notato dallo stesso ex premier dem Letta, la linea della Lega non trova l’appoggio di Forza Italia.
Supporter @matteosalvinimi @GiorgiaMeloni mi insultano per aver detto che unica uscita dalla crisi passa da uso del #MES senza clausole condizionalità, diversamente da come avvenne con Grecia. E se la stessa proposta la fa @Antonio_Tajani che con SalviniMeloni guida centrodestra?
— Enrico Letta (@EnricoLetta) March 18, 2020
“Serve coraggio”, ha scritto su Twitter solo ieri Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. “L’Europa utilizzi le centinaia di miliardi del Mes attuale nella guerra contro il coronavirus. Si trasformi in un fondo per lo sviluppo, senza troika e senza limitazioni alla sovranità nazionale. Il Mes diventi il meccanismo salva europei”. E oggi a RaiNews24 è andato oltre: “Va sospeso il Meccanismo salva Stati, vanno sospese alcune regole per poter investire i soldi nella battaglia contro il virus. C’è bisogno inoltre degli Eurobond. Il nemico in alcuni Paesi è alle porte e da noi è già entrato dentro casa nostra. Non è sufficiente quello che è stato fatto dal Governo: bene i 25 miliardi, ma serve ancora di più. Dobbiamo lavorare tutti insieme per sconfiggere un nemico invisibile”.