“Progetto Italia” sempre più in alto mare. Con buona pace di Salini-Impregilo, che avrebbe voluto mettere le mani rapidamente su Astaldi, finita in concordato nell’agosto dello scorso anno. Dopo l’inchiesta della Procura di Roma e lo scandalo dei maxi-compensi degli ex commissari, è arrivato anche il no dell’assemblea degli obbligazionisti del bond 2020 da 750 milioni. Il 73,2% dei partecipanti all’assise ha infatti ritenuto che la proposta ai creditori depositata da Salini-Impregilo non sia soddisfacente. Per non parlare del fatto che, secondo il Comitato bondholder Astaldi, le misure contro la diffusione del coronavirus non solo potrebbero avere un impatto sulle valutazioni di Astaldi, ma faranno slittare l’adunanza dei creditori prevista per il 26 marzo.
Un brutto colpo per Salini-Impregilo, che vorrebbe partire dall’acquisizione di Astaldi per creare un campione nazionale degli appalti. Con l’aiuto di Cassa Depositi e Prestiti. E invece si trova a gestire un braccio di ferro con gli investitori. Per il Comitato bondholder Astaldi, “il no al concordato da parte degli obbligazionisti apre la strada all’impugnativa dell’omologa”, come chiarisce una nota dell’associazione che riunisce i titolari di obbligazioni per circa 120 milioni di euro. E che annuncia la decisione di presentare a breve ai commissari e al tribunale un’istanza affinchè si provveda ad aggiornare il piano, tenendo conto della crisi economica legata a doppio filo con l’epidemia. “Considerazioni e proiezioni – della proposta concordataria – sono state effettuate prima della crisi economica e finanziaria globale in atto – aggiunge la nota del Comitato – Tali proiezioni se aggiornate ad oggi darebbero sicuramente risultato ulteriormente peggiorativo per gli obbligazionisti”.
In più occasioni, l’associazione degli investitori in obbligazioni Astaldi aveva evidenziato come ci fossero diverse criticità nella proposta di Salini/Impregilo che chiede ai bondholder di rinunciare a circa il 62% del proprio credito (circa 562 milioni su un totale di 907 milioni), ottenendo in cambio azioni e pagherò sulla vendita futura di alcuni asset di Astaldi. Tutto questo nell’ambito di un’offerta che consentirebbe a Salini Impregilo di comprare il pacchetto di controllo (65%) della nuova società di costruzioni, ripulita e alleggerita dai debiti, per appena 225 milioni. Senza neanche dover fare un’offerta pubblica di acquisto (Opa).