L’emergenza legata al Coronavirus non ha portato solo alla saturazione degli ospedali nelle città più colpite. Finiscono i posti in terapia intensiva, ma ad aumentare è anche la domanda di farmaci usati nei reparti di Rianimazione. “L’epidemia ha generato delle carenze“, avverte l’Agenzia italiana del farmaco.
Di fronte alle carenze sottolinea di essere già al lavoro, assieme alle azione e con il supporto costante di Farmindustria e Assogenerici, per mettere a punto “soluzioni eccezionali ed emergenziali”. L’Agenzia “segue il problema raccordandosi costantemente con le Regioni e le Province autonome, cui tutte le strutture territoriali sono invitate a rapportarsi per la valutazione e l’inoltro ad Aifa di segnali, dando priorità ai casi urgenti di irreperibilità per i quali siano già stati espletati tutti i passaggi previsti con gli aggiudicatari delle gare regionali”, conclude l’Aifa.
Nel dettaglio, spiega la presidente della Società italiana farmacia ospedaliera (Sifo), Simona Creazzola, “sono carenti, e si riescono a reperire con sempre maggiore difficoltà, i farmaci antiretrovirali per il trattamento del Covid-19 nelle Terapie intensive, ma anche antibiotici e anestetici”. Sono sempre più difficili da trovare “soprattutto in Lombardia e Veneto, ma anche al Sud – sottolinea – si segnalano grandi difficoltà di approvvigionamento”.
Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha spiegato che mancano sia “prodotti che possono essere usati al di fuori delle indicazioni approvate, per trattare i pazienti con Covid-19 in forma sperimentale, sia medicinali anestetici, molto utilizzati nelle rianimazioni”. Ma, specifica il numero uno di Farmindustria, “carenza di farmaci non significa mancanza” di farmaci: “Ci sono effettivamente delle carenze, dovute a un incremento improvviso della domanda, ma è in atto un lavoro da parte delle aziende farmaceutiche” proprio per evitare che i medicinali vengano a mancare. Scaccabarozzi spiega che le industrie farmaceutiche “erano pronte a fronteggiare un uso normale di medicinali, per il numero di pazienti esistenti in Italia, con ovviamente delle scorte in più ma allargandosi notevolmente la richiesta di molti prodotti, anche fuori dalle indicazioni approvate, è chiaro che il sistema nel breve sta dando problemi in termini di carenze”.