“Siamo nel momento più difficile per il Piemonte, la curva della salita è sempre più ripida”. A parlare è Giovanni Di Perri, dirigente della clinica di malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia a Torino. In sole 24 ore i casi nella regione sono aumentati passati da poco più di duemila a oltre 2600 e ci si prepara allo scenario peggiore: “Siamo in ritardo di due settimane rispetto a Codogno” spiega il virologo mentre le ambulanze trasportano pazienti affetti da Covid-19 avanti e indietro. “Se me lo avessero raccontato non ci avrei mai creduto” racconta Paola Bonomi, la responsabile degli infermieri. In 33 anni di servizio non ha mai visto nulla di simile: “L’impegno emotivo è grande – spiega – perché i pazienti sono soli e non possono ricevere visite”. Mentre il lavoro in corsia prosegue senza sosta, la Regione, anche in linea con le ultime direttive dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha annunciato il cambio di strategia sui tamponi: “Raddoppieremo il numero e inizieremo a farli anche agli operatori sanitari per tutelarli” ha dichiarato il presidente Alberto Cirio, mentre tra pochi giorni aprirà a Verduno il primo ospedale piemontese per pazienti affetti da Covid-19.

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