Marcia indietro del governo sull’ipotesi, ventilata ieri dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che il bonus da 600 euro previsto dal decreto ‘Cura Italia’ per autonomi e partite Iva venga distribuito con un click day. Ovvero un’unica giornata in cui quasi 5 milioni di professionisti con partita Iva, cococo iscritti alla gestione separata, artigiani e commercianti, lavoratori dello spettacolo e stagionali del turismo e del settore agricolo dovrebbero piazzarsi davanti al computer per presentare domanda fino a esaurimento delle risorse, che ammontano a circa 2,1 miliardi. Con precedenza per chi arriva prima. Un’ipotesi che ha immediatamente scatenato la rivolta di Confesercenti, Cna e Confcommercio.
“Non mi sembra un criterio che sta in piedi, non possiamo fare a chi prima arriva meglio alloggia“, ha commentato a Radio Capital il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta. “E’ una comunicazione fatta dall’Inps, non una decisione del governo, i ministeri del Lavoro e dell’Economia stanno ancora valutando“. Quanto al rischio che i soldi stanziati non bastino, Baretta assicura che le risorse “nel caso saranno reintegrate“.
Tridico mercoledì ha ipotizzato il click day proprio perché oltre il limite delle risorse fissate non potrebbero in questa fase essere accettate nuove domande. La procedura per il pagamento, ha affermato il presidente Inps, sarà semplificata, con un controllo “soglia” simile a quello fatto per il reddito di cittadinanza. I tempi quindi potrebbero essere stretti con i primi accrediti già ad aprile. Ma a differenza di cassa integrazione e congedo che possono essere chiesti già ora, in attesa di trasformarli poi nella nuova misura prevista dal decreto, per l’indennità per gli autonomi bisognerà aspettare le modalità operative. L’indennizzo di 600 euro non è tassabile e non è inteso come una tantum, per cui potrebbe essere appunto rifinanziato per aprile, risorse permettendo.
Un altro bonus sarebbe poi in dirittura d’arrivo per i lavoratori domestici, esclusi dalla cig in deroga prevista nel “Cura Italia”: per colf e badanti l’aiuto dovrebbe essere inserito nel decreto che il ministero del Lavoro è chiamato ad emanare entro trenta giorni. Decreto che deve specificare l’attribuzione del “Fondo per il reddito di ultima istanza“, nato con il provvedimento del governo. Il Fondo ammonta a 300 milioni di euro ed è dedicato a quei lavoratori dipendenti e autonomi non coperti dalle altre misure o ammortizzatori sociali, come ad esempio quelli iscritti alle Casse professionali (avvocati, architetti, psicologi), i lavoratori domestici, appunto, e occasionali. In sostanza si tratta di un’altra indennità i cui criteri di priorità e distribuzione sono demandati al decreto ministeriale, che fisserà, dunque, anche le cifre.