Il presidente americano Donald Trump continua a puntare il dito contro la Cina per come ha ha gestito l’emergenza del coronavirus. In conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti ha evocato “ripercussioni” contro Pechino: “Stiamo lavorando su questo”, ha detto. “Sarebbe stato molto meglio se avessimo conosciuto le cose mesi prima, avremmo potuto contenere il virus nell’area da cui è partito. E certamente il mondo sta pagando e pagherà un prezzo molto alto per quello che hanno fatto”, ha aggiunto il tycoon. Per via dell’emergenza sanitaria il presidente ha cancellato il summit dei leader del G7 che era previsto a Camp David il prossimo giugno. Il vertice si svolgerà in videoconferenza, come già accaduto all’inizio di questa settimana. Trump fa anche sapere che organizzerà delle videoconferenze con i leader delle maggiori potenze mondiali anche ad aprile e a maggio.
Intanto, come atteso, il Dipartimento di stato americano ha elevato al ‘livello 4’ l’allerta viaggi – il massimo – invitando gli americani a evitare i viaggi all’estero per la pandemia del coronavirus. Invito a rientrare negli Usa, invece, per gli americani all’estero a meno che non decidano di restare “per un periodo indefinito
Negli Stati Uniti i casi di Covid-19 hanno superato i 10mila – inclusi due deputati – con un’impennata vertiginosa nelle ultime 24 ore. Durante l’incontro con la stampa ha annunciato anche di aver approvato l’uso dei farmaci anti-malaria per combattere il coronavirus”. La Food and Drug Administration ha dato il via libera alla clorochina, utilizzato per la prevenzione della malaria. “Saremo in grado di rendere disponibile questo farmaco quasi immediatamente”, ha detto Trump, sottolineando come normalmente per una simile approvazione ci sarebbero voluti mesi. “Ora invece sarà disponibile tramite una ricetta”.
Nonostante fosse già stato rimproverato per la scelta di parole, anche stavolta Trump ha aperto il quotidiano briefing con la stampa parlando di “virus cinese”. “Torneremo più forti di prima”, ha concluso il presidente, che ha nettamente invertito la rotta rispetto alle rassicuranti dichiarazioni di appena una settimana fa. Pochi giorni fa le borse erano crollate dopo le sue dichiarazioni su una “possibile recessione” degli Stati Uniti. “L’economia americana si riprenderà rapidamente“, ha assicurato oggi, sottolineando che “democratici e repubblicani stanno lavorando insieme per assicurare più aiuti per combattere l’impatto dell’epidemia del coronavirus”. Secondo quanto rivelato dalla Cnn, che fa riferimento ad un piano federale illustrato in un documento di 100 pagine redatto venerdì scorso, gli Stati Uniti si preparano a fronteggiare una pandemia che potrebbe durare “18 mesi se non di più”.E, aggiunge la Cnn, si fa riferimento all’iter per la produzione di un vaccino.
Il sindaco di New York, Bill De Blasio, lancia l’allarme: “I numeri stanno salendo rapidamente”, ha detto, aggiungendo che i positivi sono raddoppiati in 24 ore, arrivando a 1.871 con 11 morti, e continuando a chiedere al governatore, Andrew Cuomo, la chiusura dell’intera città con l’obbligo per i cittadini di stare in casa. In Florida rimangono aperte le spiagge, già affollate: e alcuni sindaci si organizzano autonomamente per vietare gli accessi localmente. Nel piano si evidenziano i pericoli che deriverebbero dalla carenza di apparecchiature e materiali nel settore sanitario, con riferimento in particolare ai respiratori per la terapia intensiva e alle protezioni per il personale. L’obiettivo è allertare i singoli Stati affinché le autorità locali siano pronte a intervenire. L’esercito ferma il dispiegamento di eventuali nuove truppe in Afghanistan e mette in quarantena 1.500 truppe e civili arrivati di recente.