Mentre l’emergenza coronavirus colpisce duramente le economie europee, studiosi e politici si interrogano sulle soluzioni da adottare per far fronte alle spese necessarie. Sul quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) sette economisti tedeschi hanno chiesto l’emissione di eurobond per mille miliardi di euro. Un “whatever it takes” di bilancio per “evitare che la crisi del coronavirus diventi una seconda crisi del debito sovrano”. Altri economisti di vari Paesi europei ritengono invece che la soluzione più rapida sia utilizzare il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) per erogare credito ai paesi dell’Ue colpiti dalla pandemia. Il fondo Salva Stati dovrebbe però creare una linea di credito dedicata, con l’unica condizione che i fondi siano usati solo per l’emergenza Covid. I finanziamenti dovrebbero essere chiesti idealmente da tutti i Paesi coinvolti, in modo da “evitare qualsiasi “stigma”.

L’idea di usare il Mes per la concessione di linee di credito o per l’emissione di “coronabond” è stata avanzata anche dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. Ma anche la possibilità di uno strumento finanziario europeo sta venendo presa in considerazione, tanto che la presidente Ursula von der Leyen ha ammesso che la Commissione europea sta valutando l’opportunità di introdurre dei coronavirus bond. Martedì, inoltre, si riunirà nuovamente l’Eurogruppo, che potrebbe prendere qualche decisione in merito.

Fra gli economisti che hanno firmato l’appello per gli eurobond c’è Peter Bofinger, per 15 anni membro “fuori dal coro” del Consiglio degli esperti economici. Gli altri sono Jens Südekum, Gabriel Felbermayr, Michael Hüther, Moritz Schularick, Christoph Trebesch e Sebastan Dullien. Secondo questi esperti “le misure di bilancio necessarie nel senso di ‘whatever it takes’ richiederanno fondi molto elevati in tutti i Paesi. Tuttavia, gli Stati europei non hanno le stesse possibilità di intervento nei bilanci pubblici”.

“Rispetto alla crisi dell’euro – si legge nell’articolo – la politica di bilancio è ora soggetta a condizioni sostanzialmente mutate. In particolare, gli aiuti ora richiesti vanno oltre il requisito della condizionalità, giustificato per le misure negli anni a partire dal 2010″. Nell’editoriale gli economisti prendono atto del fatto che i Paesi più colpiti rischiano di indebitarsi troppo. Dunque servono “obbligazioni comunitarie per distribuire i costi della crisi” e “aiutare i Paesi più colpiti a non cadere in una crisi di solvibilità senza colpa propria”. Mille miliardi è la cifra proposta, con responsabilità congiunta per non indebitare i singoli Paesi.

Altri economisti hanno lanciato un appello in cui invitano a utilizzare il Mes. Fra i firmatari ci sono il presidente dell’istituto tedesco Ifo Clemens Fuest, Francesco Giavazzi e Lucrezia Reichlin ma anche Marcel Fratzscher, presidente dell’Istituto economico tedesco Diw, fra i consiglieri del ministero dell’economia tedesco. Le somme dovrebbero essere distribuite tra gli Stati membri in proporzione alla gravità dei problemi del sistema sanitario e dell’economia. La disponibilità di prestiti del Mes ridurrebbe i rischi per la stabilità economica e finanziaria per tutti e allo stesso tempo renderebbe i costi del credito meno dipendenti dalla situazione finanziaria dei singoli Paesi. Ciò richiederebbe coordinamento e solidarietà tra gli Stati membri.

Ma ogni Stato membro rimarrebbe l’unico responsabile dei propri debiti nei confronti del Mes: è forse questa la differenza sostanziale con la proposta degli economisti tedeschi pubblicata sulla Faz. I ricercatori aggiungono che il Mes ha attualmente una capacità di prestito di 410 miliardi di euro, pari al 3,4% della produzione economica dell’area dell’euro. Il Consiglio dei governatori del Mes potrebbe però aumentare questa somma.
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