La Francia all’inizio dell’epidemia di coronavirus era senza “stock di Stato” di mascherine FFP2. Il caso è scoppiato in queste ore, dopo che lo stesso ministro della Salute Olivier Véran ha ammesso che gli stock strategici che 10 anni fa erano di un miliardo di mascherine più 600 milioni di FFP2, “si sono ridotti anno dopo anno”, fino ad arrivare a inizio epidemia ad un un totale di “117 milioni di mascherine per adulti e nessuna FFP2“. L’ammissione è arrivata in queste ore dopo contraddizioni e polemiche che hanno visto le autorità sanitarie in difficoltà nello spiegare la penuria di letti in rianimazione e la gestione dei tamponi. In Francia sono 1.847 i nuovi contagiati, per un totale di 14.459 casi. Si sono registrati da ieri altri 112 decessi, per un totale dall’inizio dell’epidemia di 562 morti.

La questione, sollevata in queste ore, è che la Francia, più di 10 anni fa, poteva vantare una riserva di stato di due miliardi di mascherine per ogni evenienza. “Anno dopo anno, queste riserve si sono ridotte”, ha spiegato oggi il ministro, a partire dalla fine dell’emergenza del virus H1N1, fra il 2009 e il 2010, fino ad arrivare a un totale di “117 milioni di maschere per adulti, ma nessuna FFP2”, quelle di maggior protezione. Una situazione alla quale, in poche settimane, si è tentato di far fronte con requisizioni dei quantitativi destinati alle farmacie per la vendita ai privati. Ora lo stock di stato è di 86 milioni per un consumo previsto di 24 milioni di mascherine a settimana. Ma 250 milioni ne sono state ordinate all’estero e verranno consegnate “gradualmente”.

Il personale sanitario in queste ore protesta anche per l’assenza di mascherine e materiale di base e ci si comincia a preoccupare per il numero di posti letto in rianimazione che sono circa 5mila. Nell’Alto Reno, l’est, il focolaio meno controllabile, la situazione è già precipitata e oggi è stato necessario il secondo volo di un Airbus militare per trasferire 6 malati gravi a Bordeaux dopo averne portati altri 6 due giorni fa nel sud del Paese.

Intanto, proprio sullo ‘scandalo’ mascherine e più in generale sulla gestione dell’emergenza, il Collettivo C19 – composto da oltre 600 medici – ha denunciato alla Corte di giustizia della Repubblica il tribunale dei ministri, il premier Edouard Philippe e l’ex ministra della Salute, Agnès Buzyn. L’accusa è “menzogna di Stato” per “non aver preso le misure necessarie a frenare l’arrivo dell’epidemia in Francia pur essendo al corrente del pericolo”. I tre medici fondatori del collettivo – Philippe Naccache, Emmanuel Sarrazin e Ludovic Toro – Buzyn e Philippe di non essere intervenuti per tempo pur essendo a conoscenza del pericolo a cui il Paese andava incontro. Il punto di partenza sono state le dichiarazioni dell’ex ministra e candidata alle municipali a Parigi Angès Buzyn a Le Monde. Lunedì scorso, dopo l’annuncio della quarantena all’italiana, e il suo ritiro dalle elezioni, la ministra ha infatti dichiarato di aver “avvertito da gennaio il primo ministro sulla gravità dell’epidemia” e aver spinto “perché non si tenessero le elezioni municipali (che invece sono state sostenuto proprio lo scorso weekend). Parole che hanno sollevato molte polemiche nell’opinione pubblica, fino a spingere i medici a sporgere denuncia.

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