Tra gli scienziati e i ricercatori era quella che aveva tenuto una linea più ottimista, se così si può definire. Come del resto aveva fatto l’Organizzazione mondiale della sanità che ha atteso l’11 marzo per dichiarare che Sars Cov2, nuovo coronavirus responsabile della malattia Covid 19, era una pandemia. Oggi, Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano dove è stato isolato il ceppo italiano. Ebbene l’associazione Patto trasversale per la scienza (Pts) ha inviato una diffida legale alla ricercatrici “per le gravi affermazioni ed esternazioni pubbliche sul coronavirus, volte a minimizzare la gravità della situazione e non basate su evidenze scientifiche“. Pts chiede a Gismondo di “rettificare alcune sue affermazioni che possono indurre la popolazione a violare i precetti governativi, con nefaste ricadute in termini di salute pubblica, soprattutto perché provenienti da un medico con responsabilità istituzionali nella regione più colpita d’Italia”.
Gli scienziati contestano alla microbiologa “affermazioni quali: ‘è una follia questa emergenza, si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale’ (del 23 febbraio); ‘non voglio sminuire il coronavirus ma la sua problematica rimane appena superiore all’influenza stagionale (1 marzo); ‘tra poco il 60-70% della popolazione è positivo ma non dobbiamo preoccuparci’ (13 marzo); ‘l’epidemia potrebbe esser mutata, sta succedendo qualcosa di strano’ (21 marzo).
Parole che secondo il Pts “rischiano di turbare l’ordine pubblico, come previsto dall’articolo 656 del codice penale (Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico), se non supportate da evidenze scientifiche”, rimarcano gli scienziati che chiedono a Gismondo di “rettificare immediatamente le sue argomentazioni che potrebbero aver indotto ad una minimizzazione del problema coronavirus, nonostante le robuste evidenze della drammaticità della situazione”, e la invitano ad “astenersi dal diffondere notizie se non supportate da evidenze scientifiche”. “La missione del Patto per la scienza è chiara: difendere il cittadino dalla diffusione di atteggiamenti anti-scientifici e difendere l’onorabilità e la credibilità della comunità scientifica. Chi oggi, in una situazione di emergenza, indossa un camice – afferma Pier Luigi Lopalco, presidente del Ptse – gode anche di una ribalta pubblica, deve riporre nelle sue dichiarazioni una estrema cautela”.
Ma quali erano state le ultime dichiarazioni alla Adnkronos della virologa che, interpellata ieri dal fattoquotidiano.it spiegava che si trattava di una ipotesi di lavoro? “Un mondo stranissimo circondati da persone che ci chiedono cosa ne pensiamo, cosa accadrà, la data in cui finirà, come se noi fossimo i depositari della verità di questo virus. Noi in realtà siamo preoccupati come tutti gli altri”.E anche: “C’è timore di fronte a quello che prima non ci preoccupava e che io e altri virologi – come del resto l’Organizzazione mondiale della sanità – dicevamo sarebbe stato poco più grave di un’influenza. Adesso invece davanti ai numeri della Lombardia, siamo abbastanza attoniti e vogliamo capire di più“.
Da qui l’ipotesi che Sars-CoV-2 “potrebbe essere mutato” esprimendo “un pensiero convergente” con quello della virologa Ilaria Capua, docente all’università della Florida: “In Lombardia c’è qualcosa che non comprendiamo. Si sono superati i morti della Cina in un’area infinitesimamente più piccola e in un tempo minore“. “Sta succedendo qualcosa di strano. In Lombardia c’è un’aggressività che non si spiega. Le ipotesi possono essere tutte valide ma una è che il virus sia forse mutato”. Per questo “lancio un appello alla comunità scientifica: uniamoci per capire – esorta la virologa – Se tutti ci mettiamo insieme e ne studiamo un pezzetto, probabilmente riusciremo a comprendere”.
E oggi Gismondo replica duramente: “Ho la coscienza a posto e chi mi attacca è pietoso. Non torno indietro sulle mie dichiarazioni. Invece di perdere tempo in queste cose, perché non si uniscono al mio appello a lavorare tutti insieme? Diamo spazio alla scienza – dice all’Adnkronos – Se chiedono a me di fare un passo indietro sulle mie dichiarazioni, devono farlo anche per quelle del virologo Pregliasco, di Ilaria Capua e del direttore dell’Oms – aggiunge Gismondo – Non devo dimostrare nulla perché quello che ho detto è pubblicato ovunque. La Capua, ad esempio, ha detto che questo virus ‘diventerà come un raffreddore’. Inoltre non sono mai stata in un tavolo governativo e non posso aver influenzato nessun decisione – prosegue la Gismondo – Ho espresso un mio parere e ho sempre detto quello che si sa sul coronavirus, ovvero che è un virus sconosciuto e potrebbe rivelarsi positivo o negativo a seconda del cammino che farà”.