Lo ha deciso l’Enac, l’ente di controllo del volo, che in un'ordinanza indica sia i dispositivi che possono essere utilizzati sia le modalità "per il contenimento dell’emergenza epidemiologica". Fino al 3 aprile, dunque, la polizia locale potrà condurre i controlli "con sistemi aeromobili a pilotaggio remoto con mezzi aerei di massa operativa al decollo inferiore a 25 kg"
Le forze dell’ordine usare anche i droni per controllare gli spostamenti dei cittadini e verificare eventuali violazioni delle norme emesse per contenere il contagio. Lo ha deciso l’Enac, l’ente di controllo del volo, che in un’ordinanza indica sia i dispositivi che possono essere utilizzati sia le modalità “per il contenimento dell’emergenza epidemiologica coronavirus“. Fino al 3 aprile, dunque, la polizia locale potrà condurre i controlli, come previsto dai dpcm dell’8 e 9 marzo, “con sistemi aeromobili a pilotaggio remoto con mezzi aerei di massa operativa al decollo inferiore a 25 kg”.
Nella nota dell’Enac si sottolinea che si potranno effettuare i controlli “anche su aree urbane dove vi è scarsa popolazione esposta al rischio di impatto” e dove “non sarà altresì necessario il rilascio di autorizzazione da parte di questo Ente e non sarà richiesto la rispondenza delle operazioni agli scenari standard”. Per questo, fino al 3 aprile, si autorizzano tutti gli Enti di Stato del Codice della Navigazione e delle Polizie locali dei Comuni italiani “ad operare con propri ‘aerei a pilotaggio remotò se impiegati nell’ambito delle condizioni emergenziali dovute all’epidemia COVID-19, nelle aree prospicienti di tutti gli aeroporti civili e identificate come ‘aree rossè, ad una quota massima di 15 metri”. Viene comunque “data sempre priorità al traffico degli aeromobili da/verso gli aeroporti e rimane in capo all’operatore del drone la responsabilità sia di dare precedenza agli aeromobili in volo sia di separarsi da questi ultimi”.