“La proiezione matematica è quella, non me lo sarei mai aspettato”, dice Angelo Borrelli di fronte alla possibilità – quasi certa – che tra una settimana l’Italia superi la Cina per numero di contagiati ufficiali. Ma in realtà, conferma il capo della Protezione Civile in un’intervista a Repubblica, in realtà è possibile che nove malati su dieci sfuggano ai radar: “Il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile”. In sostanza in Italia potrebbero esserci più di 500mila positivi ‘fantasma’ al coronavirus oltre ai 63mila censiti nell’ultimo mese.
Ma adesso, forse, esiste un barlume di speranza: “Le misure di due settimane fa iniziano a sentirsi. Nelle prossime ore dovremmo vedere altri effetti, capiremo se davvero la curva della crescita si sta appiattendo”, continua Borrelli che ricorda come già il 31 gennaio il governo avesse dichiarato lo stato di emergenza e bloccato i voli da e per la Cina. Tradotto: “Mi sembra che abbiamo compreso subito che questa epidemia era una cosa seria”. E di fronte a chi ritiene che si potesse fare subito molto di più, sottolinea: “Come insegnano i protocolli di Protezione civile, l’ intervento deve essere sempre proporzionato al rischio”.
Alcuni “comportamenti sociali” – il riferimento è a chi si è spostato ad emergenza già scoppiata – hanno alimentato il serbatoio del virus, riflette Borrelli. Che in questo momento vede un grande problema all’orizzonte: apparecchiature sanitarie e mascherine. “Dovremmo poter comprare i ventilatori da terapia intensiva nei supermercati, le mascherine ad ogni angolo e invece stiamo faticando. India, Russia, Romania, Turchia: hanno bloccato le esportazioni – spiega – Vogliono essere pronti per i loro picchi. Siamo intervenuti con le ambasciate, ma temo che mascherine dall’estero non ne arriveranno più”. E spiega come funziona il mercato: “Broker internazionali, e senza scrupoli, si presentano agli amministratori delle aziende medicali con la valigetta dei contanti. Accaparrano e vanno a vendere allo Stato che offre di più. Noi, per troppo tempo, ci siamo dovuti rivolgere alle strutture centralizzate degli acquisti pubblici, procedure lente”.