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Coronavirus, ventilatori meccanici a casa e terapie intensive private: così in Russia i super ricchi si preparano ad affrontare l’emergenza

Lo racconta in un’inchiesta esclusiva il quotidiano 'The Moscow Times' e ne parlano su Facebook alcuni medici russi, contattati dai propri clienti facoltosi per un consiglio esperto: i prezzi degli apparecchi spaziano da 2mila euro (per quelli più scadenti) a 23mila per quelli all’avanguardia

Ognuno si prepara ad affrontare l’emergenza coronavirus come può: mentre in Russia i cittadini comuni fanno scorta di carta igienica e alimenti di prima necessità, i Paperoni stanno accaparrando costosi apparecchi di ventilazione meccanica e stanno allestendo ospedali privati nelle loro lussuose tenute di Rubljovka, nei pressi di Mosca. Lo racconta in un’inchiesta esclusiva il quotidiano The Moscow Times e ne parlano su Facebook alcuni medici russi, contattati dai propri clienti facoltosi per un consiglio esperto.

Una famiglia di miliardari russi ha detto al giornale anglofono di aver comprato un apparecchio al prezzo di circa 21mila euro e di essere alla ricerca di altri due ventilatori, spiegando che le aziende private che vendono i dispositivi hanno una lista d’attesa di otto mesi. Sembra che i magnati russi siano terrorizzati dalle notizie che arrivano dall’Italia, in particolare dalle testimonianze dei medici bergamaschi, che hanno raccontato della mancanza di posti in terapia intensiva e di dover decidere chi curare. Tanti Paperoni, abituati a farsi curare nelle cliniche private all’estero o alla peggio a Mosca, vogliono poi scongiurare lo scenario in cui dovrebbero essere ricoverati in un ospedale pubblico, visto che solo le strutture statali si occupano in Russia dei casi Covid-19. “Uno dei miei amici è tornato dalla Francia e ora è ricoverato in un ospedale di Mosca – ha raccontato al Moscow Times un altro interlocutore benestante – Non vorrei che mi succeda lo stesso. Bisogna fare scorta di alimentari e stare nelle nostre case fuori città”, ha aggiunto.

Il giornale anglofono ha parlato con tre facoltosi russi in cerca di ventilatori: “Tanti dei miei amici stanno provando ad ottenerli – ha raccontato uno di loro – Appena un ventilatore diventa disponibile, lo comprano”. I venditori privati dei ventilatori hanno detto al quotidiano che hanno esaurito la merce all’inizio della settimana scorsa e che il 30% delle vendite sono state ai clienti privati. I prezzi degli apparecchi spaziano da 2mila euro (per quelli più scadenti) a 23mila per quelli all’avanguardia.

Non solo ventilatori meccanici a casa propria, ma addirittura locali di terapia intensiva privati per malati Covid. Come ha scritto su Facebook un noto neurochirurgo Alexey Kascheev, un’azienda molto importante l’ha contatto perché vuole allestire un simile reparto nei suoi uffici e ha bisogno di una consulenza sull’apparecchiatura da comprare. Il medico ha commentato che ai poveri non resta che comprare ‘grechka’, ossia grano saraceno, uno degli alimenti più comuni in Russia. Secondo Kascheev acquistare apparecchi medici non serve a nulla: “L’unico posto dove può essere curato un paziente Covid è l’ospedale”, ha spiegato il medico in un’intervista al canale Dozhd. “Non è possibile, anche spendendo tantissimi soldi, attrezzare una cosa simile in ufficio o a casa propria”, ha aggiunto. Il ministero della Sanità russo è sulla stessa linea. Per curare la polmonite grave servono tecnologie mediche aggiuntive e un medico qualificato, ha commentato il dicastero. Uno dei Paperoni con cui ha parlato The Moscow Times però ha raccontato di avere un proprio medico privato che l’ha già aiutato ad impostare il ventilatore.

Un’altra testimonianza arriva da un pediatra molto seguito su Facebook, Födor Katasonov. I suoi pazienti gli hanno riferito che “i top manager delle compagnie di Stato stanno cercando di comprare in anticipo delle camere vip in ospedale e di prenotare un ventilatore meccanico, e quando non riescono, scappano. Ecco la nostra élite – commenta – Che vergogna. Ma comunque non riusciranno a sfuggire (al virus)”, ha scritto il medico. Mentre tanti italiani facoltosi hanno fatto donazioni per aiutare gli ospedali, in Russia finora si sa poco di simili atti benefici per sconfiggere il coronavirus nel Paese. L’unico tra i magnati russi ad aver affrontato il tema pubblicamente è il re dell’alluminio Oleg Deripaska che ha sostenuto la necessità di dichiarare in Russia la quarantena. L’imprenditore ha spiegato che nelle città che ospitano le sue imprese sta costruendo reparti infettivi negli ospedali insieme alle autorità locali.

Per ora i numeri russi ufficiali dei contagi da coronavirus sono ben lontani da quelli europei e americani, con 438 casi al 23 marzo, anche se la cifra è in continua crescita e, secondo il quotidiano RBC, la polizia di Mosca di sta preparando per un possibile coprifuoco. L’unico decesso di una malata di Covid è stato provocato da un’altra causa, secondo le autorità. E nessun paziente col virus è attualmente collegato ad un ventilatore meccanico, ha dichiarato il primario dell’Ospedale di Kommunarka Denis Protsenko. Ma anche se la situazione dovesse peggiorare, la Russia, all’apparenza, non sarebbe messa male. Secondo i dati ufficiali, il sistema sanitario russo dispone di 40mila ventilatori meccanici, con una media di 27 ventilatori per 100 mila persone, secondo i calcoli del sito Meduza.io, mentre in Italia, secondo i dati della Protezione Civile, ci sono circa 5mila apparecchi, ossia 8,3 ventilatori per 100 mila persone. Ma quello che preoccupa gli esperti è che la maggior parte degli apparecchi in Russia è concentrata a Mosca, nella regioni di Mosca e a San Pietroburgo, mentre molte altre zone ne sono totalmente sprovviste.