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Cristiano Malgioglio a FqMagazine: “Il mio amore folle per Mina: mi buttai per terra, urlando per avere un appuntamento con lei”

In occasione degli ottant'anni di Mina FqMagazine ha incontrato il cantautore che per lei ha scritto brani indimenticabili come “L'importante è finire” e “Ancora ancora ancora”

di Andrea Conti

Alcune delle canzoni più belle del repertorio di Mina come “L’importante è finire”, “Ancora ancora ancora” e “Mi mandi rose”, sono state firmate da Cristiano Malgioglio. Dal primo incontro in via Senato a Milano (“letteralmente ai suoi piedi, implorante”), alle loro strade che si incrociano di nuovo per il boom di “L’importante è finire”. Un rapporto fatto di risate e complicità. La Mina più sensuale scaturisce proprio dalle parole di Malgioglio che per FqMagazine svela alcuni aneddoti inediti sulla “sua” Mina.

Il ricordo legato a Mina, a cui sei più legato?
Durante l’ultima serie di concerti alla Bussoladomani nell’estate del 1978. Una delle canzoni di punta di quel concerto era la mia canzone ‘Ancora ancora ancora’. L’ho incontrata nel pomeriggio, dietro le quinte, mentre sorseggiava whisky ed era molto nervosa, passeggiava in continuazione. Le chiesi perché fosse così nervosa: ‘Mina, ma hai visto che la gente è fuori di testa per te, mai vista una cosa del genere nemmeno i Beatles a Genova!’. La gente urlava il nome di Mina cento volte ancora di più. Lei mi disse: ‘Cristiano sono angosciata, non mi ricordo la seconda parte della strofa di Ancora ancora ancora’. Glielo ripetei, lei mi ascoltava e memorizzava, ma dopo un po’ non se la ricordava più. Così mi fece: ‘ti ho visto sotto il palco l’altra volta e le sai tutte, quindi quando attacco il pezzo ti cerco, così mi suggerisci’. Quella sera avevo vicino Adriano Panatta, Gloria Guida e Mia Martini. Ad un certo punto mi alzai in piedi per cantare ‘Ancora ancora ancora’ ma purtroppo venni travolto dalle persone… Così se ascoltate l’album live di quella sera, sentirete che ha cantato per due volte la stessa strofa perché non se la ricordava’.

Cos’è successo, dopo quel concerto?
Abbiamo cenato insieme, poi abbiamo tirato fino all’alba per comprare le brioche. Abbiamo letto tutte le recensioni, tutti ne parlavano in modo superlativo tranne il giornalista Nino Salvalaggio, ma perché Mina non si era voluta fare intervistare da lui. Ricordo che ci rimase davvero male.

Il primo incontro a quando risale?
In quel periodo lavoravo a Milano, nella discografica di Dori Ghezzi. Ero molto amico di Dori che frequentava Mina, perché amica del suo fidanzato dell’epoca, Alfredo Cerruti, e le chiesi di mettermi in contatto con lei per poter avere la possibilità di presentarmi. Una mattina, erano le 9:30, stavo raggiungendo gli uffici della discografica che stava in via Manzoni, nello stesso stabile di Indro Montanelli. Ero all’altezza di via Senato e ho visto un sacco di gente accalcata. Ho pensato che fosse successo qualche incidente e mi sono avvicinato per la curiosità. Lì invece è apparsa lei, Mina, bellissima con un vestitino a fiorellini, lo stesso che aveva indossato Carolina di Monaco, identico. Io mi sono buttato verso di lei, urlando, ‘Mina, ti prego, ti scongiuro, ascolta le mie canzoni’. Penso di aver strappato un po’ il suo abito da dietro.

Sei riuscito a strapparle il famoso appuntamento?
Sì. Mina mi diede appuntamento alle nove l’indomani. Al mattino mi svegliai presto, alle 7, mi misi la cipria e mia madre mi chiese ‘perché ti sei svegliato così presto?’, ‘Mamma ho un appuntamento con Mina’, e lei ‘Sì. Io con Sophia Loren….’. Non ci credeva! Arrivai da lei alle 9:10 e la porta me la aprì lei stessa con lo stesso vestito del giorno prima, facendosi una grande risata, con i capelli tutti tirati indietro. ‘Carissimo, sono le 9:10, sei in ritardo, se vuoi fare questo mestiere non deve succedere’, mi disse subito. Insomma alla fine mi misi sul divano con una chitarra, non la sapevo suonare, perché voleva ascoltare qualcosa da me. Strimpellai qualcosa ma in maniera disastrosa, ma continuai a suonare lo stesso. Allora lei tutto ad un tratto è scoppiata in una lunga e fragorosa risata, mentre io sono diventato rosso dall’imbarazzo. Mi disse: ‘Dai, ci vediamo un’altra volta, comunque sei bravo.

Effettivamente le vostre strade si incrociano nuovamente con la prima collaborazione “L’importante è finire”, cos’è accaduto quel 1975?
Il mio discografico mi mandò a Parigi per incontrare e collaborare con il cantante Cristophe, che poi mi ha presentato anche Serge Gainsbourg. ‘L’importante è finire’ è nata in quell’occasione, in un albergo sugli Champs-Elysees, in una notte insonne. Non ci fu alcun interesse per quella canzone all’inizio. Poi conobbi Alberto Anelli, che la volle musicare interamente. Abbiamo poi mandato il provino a Vittorio Buffoli, che lavorava a stretto contatto con Mina. Lei se ne innamorò perdutamente. Poi ci siamo incontrati in studio e all’inizio non mi riconobbe. ‘Mina, ma sono io, Cristiano!’, d’un tratto si ricordò e mi abbracciò tra le risate. ‘L’importante è finire’ è stata una canzone molto importante, censurata dala Hit Parade radiofonica di Lelio Luttazzi, perché ritenuta troppo scandalosa. Con quella canzone penso di aver fatto innamorare tantissime persone e sono nati tanti figli (ride, ndr).

Poi arriva “Ancora ancora ancora”…
Vorrei dire una cosa. Molti autori mi hanno imitato, proponendo altre cose a Mina. Io però ho una sensibilità femminile che mi ha contraddistinto ed è questo che è piaciuto a lei. Avevo portato a casa di Mina un altro pezzo, ma lei ringraziandomi mi disse ‘non mi piace, alla Bussola voglio una canzone pazzesca, questa buttala via, non riesco a cantarla’. Si chiamava ‘Rincontriamoci’. In quel periodo io avevo una storia con un ragazzo bellissimo, siciliano, ma dopo tre mesi ci siamo lasciati e non riuscivo più scrivere. Una sera è squillato il telefono, ho pensato fosse mia madre. Invece era lui: ‘Ma tu mi ami ancora? È tutto finito?’… Ad un certo punto ho avuto un flash sulla parola ‘ancora’. Ho staccato la spina e in due minuti ho scritto il pezzo. L’indomani lo feci avere a Mina che impazzì: ‘Sono pazza di questa canzone!’ e la incise subito. Anche il video della canzone è di una sensualità e di una bellezza pazzesca. Per lei ho scritto anche molte altre canzoni come ‘Mi mandi rose’, ‘Amante amore’… Sono stato la sua fortuna e lei è stata la mia fortuna.

L’ultima collaborazione a quando risale?
Nel 2009 con ‘Carne viva’, canzone all’interno dell’album ‘Facile’. Un brano nato durante la mia partecipazione all’Isola dei Famosi nel 2007. Non avevo la penna, così raccoglievo dei pezzetti di legni inceneriti per scrivere le parole che mi venivano in mente. Una volta uscito dal gioco mi sono subito messo a scrivere il pezzo. Sapevo già che l’avrei dato a Mina, solo lei poteva cantare parole come ‘sono la tua vitamina la tua penicillina, il tuo pentimento il tuo cedimento, la tua compassione la disperazione’. Così glielo mandai, ma senza risposta. Mi trovavo un giorno a Madrid, quando ricevetti una telefonata da un numero strano ‘Cristiano, ciao sono la Mazzini!’ e io: ‘Sì, ciao… e io Garibaldi’. Poi riconobbi la sua risata inconfondibile: ‘Cretina scema, sono io, sono Mina!’. Mi è venuto da urlare. Tra l’altro ‘Carne viva’ è stata anche la sigla di una telenovela brasiliana di successo immenso. Da allora ci siamo persi di vista. Ho iniziato a lavorare in tv e a scrivere meno. Un brano per lei lo avevo, ma poi ha inciso il disco con Celentano. Poi ne avevo un altro, bellissimo, ma è uscito il disco con Fossati.

Cosa ti piace di più di lei?
Lei, quando canta, riesce a dare un senso a quello che dice, a quello che racconta. In Italia rimane la numero uno e la più grande voce bianca nel mondo. Nel nostro Paese poi ci sono anche altre voci belle come Ornella Vanoni, Milva, Iva Zanicchi. Poi ci sono anche Patty Pravo e tante altre. Tra i giovani la voce che tocca il mio cuore è quella di Arisa, anche se secondo me ha cantato canzoni sbagliate. Lei nella voce ha lo stesso dolore che aveva Edith Piaf.

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