Giulio Gallera fa il primo passo avanti verso la poltrona alla quale in molti, sulla sua sponda politica, lo avvicinavano: quella di candidato del centrodestra a sindaco di Milano. “Sono milanese, sono stato vent’anni al Comune, conosco ogni via della mia città e ne sono innamorato. Mi sono sposato qui, ho due figli al liceo, se servirà candidarmi, non mi tirerò indietro“, dice l’assessore della Lombardia al Welfare in un’intervista a Repubblica. Poi in mattinata fa un mezzo passo indietro, specificando di voler restare “in prima linea al fianco di medici e infermieri per sconfiggere l’emergenza sanitaria“.
Già partita per le elezioni comunali 2021?
A Milano, però, si vota nel 2021: c’è tutto il tempo di superare l’emergenza legata al Coronavirus. E nei giorni scorsi alcune dichiarazioni dei diretti interessati hanno avvalorato – e di molto – l’ipotesi di Gallera sfidante di Beppe Sala. Innanzitutto la polemica a distanza tra i due. Gallera, infatti, ha subito cercato di approfittare degli errori (evidenti) del primo cittadino in questa fase delicata. Esempio lampante: la questione dei trasporti pubblici. Sala ha ammesso di aver sbagliato a limitare le corse di metro e bus, causando enormi assembramenti di cittadini che usano i mezzi Atm per recarsi al lavoro. Gallera ha evidenziato il passo falso e rilanciato la necessità di fermare il trasporto pubblico locale. Al che Sala, con una presa di posizione con retrogusto da campagna elettorale già in corso, ha ‘consigliato’ all’assessore di evitare di fare demagogia e di far parlare i fatti e non le parole. Insomma, come se tra i due ci fosse già una corsa per la poltrona più importante di Palazzo Marino.
Il passo indietro di Gallera: “Resto in prima linea per combattere l’emergenza”
Il tutto al netto di retromarce puramente mediatiche, come quella dell’assessore Gallera a poche ore dall’uscita dell’intervista a Repubblica. “No, non mi sono candidato a sindaco di Milano, resto in prima linea a fianco di medici e infermieri per sconfiggere l’emergenza sanitaria, siamo in guerra e resto al mio posto. Ringrazio gli amici e i sostenitori che hanno fatto e stanno facendo il mio nome – ha aggiunto – ma sono totalmente concentrato sull’emergenza sanitaria. In questo momento non sono interessato ad altro. E posso assicurare che questo impegno mi assorbe 24 ore al giorno”.
Già prima dell’esplosione dell’epidemia, negli ambienti della destra milanese era spuntata l’idea di candidare l’esponente di Forza Italia contro Giuseppe Sala nel 2021. La pandemia, però, ha sovraesposto mediaticamente l’assessore di Attilio Fontana, diventato vero e proprio frontman del Pirellone, tra interventi televisivi e bollettini quotidiani per dare i numeri su contagi e vittime. “Mi capita di fare due o tre presenze in tv al giorno, ma vivo nella pressione della quotidianità”, dice lui, spiegando che gli è “venuto naturale” mettersi “davanti a Facebook e spiegare da assessore che cosa accadeva. Ho cercato sempre di essere chiaro, trasparente e concreto. Di dire tutto e nello stesso tempo di certificare che il nostro sistema sanitario regge. Infondere speranza e non drammatizzare. Cioè, mi sto vivendo sino in fondo il mio ruolo istituzionale”.
La sovraesposizione mediatica dell’assessore al Welfare
Gallera, però, al momento sostiene di non avere tempo per vivere la sua nuova popolarità. “Da un mese sto dentro al bunker della Regione Lombardia, dalle 8 a mezzanotte, l’emergenza non finisce, questo Covid-19 è esploso e se mi fermo un secondo a leggere i messaggi favorevoli, o a pensarci… ok, va bene. Ma non ho metabolizzato l’aumento della popolarità, ci sarà poi il tempo per farlo”, spiega nell’intervista. A Repubblica, il politico berlusconiano racconta di aver “cominciato sui banchi del Liceo scientifico, il Vittorio Veneto, e alla quarta liceo mi sono iscritto alla Gioventù liberale, poi al partito. Ci sono rimasto sino al ’94, quando a febbraio nello stesso giorno c’ è stata la prima convention di Forza Italia e s’ è tenuto il congresso che ha sciolto il Pli, travolto da Tangentopoli. Sono entrato in Forza Italia e nella provincia di Milano ho contribuito a rafforzarla”.
Il futuro post coronavirus? “Ci saranno grandi provviste di mascherine, di ventilatori. La fragilità dell’uomo è diventata evidente. Questi virus non hanno una cura immediata, adesso ha attaccato gli anziani, domani un altro virus chissà chi attaccherà. Siccome noi in Lombardia abbiamo avuto il primo segnale e siamo stati la prima trincea, stiamo resistendo, siamo un banco di prova per tutti”. Sul fatto che ci si potesse preparare prima, Gallera sottolinea che “nessuno in Italia o in Europa era preparato a tutto questo, l’Europa avrebbe dovuto mettere in quarantena chiunque arrivasse dalla Cina, ma chi avrebbe potuto immaginarlo”. Anche per l’assessore, la partita Atalanta-Valencia a San Siro può essere stata un detonatore. “Sicuramente può esserlo stata, tanta gente insieme a festeggiare”.
Le previsioni sulla fine della crisi
A testimoniane la nuova popolarità dell’esponente di Forza Italia c’è il fatto che alle 9 del mattino ha già parlato a due trasmissioni televisive. “La data del 31 luglio è stata meglio rettificata dal Presidente del Consiglio, però il messaggio è chiaro ed evidente e io lo condivido: non è che tra dieci giorni, nella speranza che possa scendere o rallentare la diffusione del contagio, possiamo immaginare che tutto sia finito e tornare come prima ad animare i bar o a ritrovarci nei parchi: sarà una lunga stagione per riuscirci”, dice a Omnibus, riferendosi al nuovo decreto varato dal Consiglio dei ministri martedì. Sulla fine del virus, invece, Gallera dice: “Il caldo sicuramente ci aiuterà ma finché noi non troviamo un farmaco efficace o un vaccino il rischio che riparta c’è. In Cina oggi stanno vivendo il problema dei contagi di ritorno. Quindi sarà lunga, anche se non penso che si possa immaginare che per quattro mesi i nostri cittadini rimangano a casa, non lo hanno fatto neanche a Wuhan”. Sui dati l’assessore ha spiegato ad Agorà su Rai tre che “complessivamente in tutta la regione Lombardia c’è stata nel weekend una riduzione della pressione e del numero di accessi, è un dato abbastanza costante, anche se lieve, nei nostri pronto soccorso. Questa è la cosa che a noi interessa di più, i dati statistici li prendiamo in considerazione, ma la voce della trincea conta ed è positiva”.