L’Osservatorio Autopromotec fa sapere che lo scorso anno gli italiani hanno speso 960 milioni di euro per revisionare la propria auto. Una cifra imponente, in crescita del 2,8% rispetto al 2018, che si ripartisce in denaro effettivamente incassato dalle officine private (646 milioni) e destinato a imposte varie, tra cui Iva, che sono andate a rimpinguare le casse dello Stato (314 milioni).

La crescita è dovuta più che altro all’aumento dei veicoli revisionati, per l’appunto del 2,8%, dal momento che sia il prezzo dell’intervento di revisione (45 euro) che quello degli oneri accessori (Iva, diritti per la Motorizzazione e bollettino postale) non hanno subito variazioni al rialzo.

Come è ripartita, geograficamente, la spesa nel nostro Paese? La regione più attiva, da questo punto di vista, è stata la Lombardia con 156,4 milioni di euro, seguita da Lazio (90 milioni), Veneto (87 milioni), Emilia Romagna (77 milioni) e Campania (76 milioni). Insieme, queste cinque regioni hanno sostenuto oltre la metà della spesa complessiva italiana.

Una spesa che, giova ricordarlo è obbligatoria come prevede il Codice della Strada: la prima revisione va effettuata dopo quattro anni dall’acquisto di un veicolo nuovo, e successivamente ogni due. Tuttavia, per far fronte all’emergenza Covid 19, nel decreto Cura Italia è presente una norma che consente di prorogare la scadenza delle revisioni auto di qualche mese. Tale norma, al comma 4 dell’art. 92, stabilisce che “è autorizzata fino al 31 ottobre 2020 la circolazione dei veicoli da sottoporre entro il 31 luglio 2020 alle attività di visita e prova di cui agli articoli 75 e 78 del Codice della Strada, ovvero alle attività di revisione di cui all’articolo 80 del medesimo codice”.

Gli articoli su citati riguardano rispettivamente il collaudo, le modifiche delle caratteristiche costruttive dei veicoli e l’aggiornamento della carta di circolazione, le revisioni. Tutte le scadenze a ciò attinenti al 31 luglio, vengono dunque prorogate al 31 ottobre.

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