Le parole del conduttore contro Medici Senza Frontiere (smentite dalla stessa associazione) hanno portato "doppio esposto, al Comitato per il Codice etico della Rai e al Consiglio di disciplina dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio" contro il conduttore di Porta a Porta presentato ieri da Riccardo Laganà e dal segretario dell'Usigrai Vittorio Di Trapani
“Ricordate Medici senza frontiere? Quando dovevano soccorrere i migranti facevano bene, lo facevano con le loro navi e la scritta Medici Senza Frontiere era molto visibile sulle loro tute. Adesso sono scomparsi. O meglio, forse sono nascosti nelle corsie di Bergamo, di Brescia, di Cremona. Forse non vogliono far sapere che sono lì e stanno lavorando eroicamente? Ma se per caso non ci fossero, forse sarebbe il caso di ricordagli che c’è bisogno di loro in questo momento, anche se non c’è politica, non c’è propaganda, non ci sono le televisioni internazionali. Dove siete finiti? Tornate a bordo dell’emergenza”, aveva attaccato Bruno Vespa in un video pubblicato sul suo profilo Facebook.
Una versione smentita dalle Ong ma che ha portato a un “doppio esposto, al Comitato per il Codice etico della Rai e al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio” contro il conduttore di Porta a Porta presentato ieri da Riccardo Laganà, consigliere di amministrazione della Rai eletto dai dipendenti, e dal segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani. In una nota congiunta le dichiarazioni: “La richiesta è quella di valutare, ciascuno per le proprie competenze, profili disciplinari e deontologici rispetto alle accuse rivolte da Vespa nei confronti di una ong (Medici Senza Frontiere, ndr), seccamente smentite dai diretti interessati. Questo fatto – sottolineano – ha esposto la Rai a rischi di immagine da parte di un proprio collaboratore.”
Non solo, Laganà e Di Trapani contestano a Vespa anche l’atteggiamento polemico dei giorni scorsi dopo la sospensione del suo programma su Rai1: “Inoltre, nei giorni precedenti, Vespa ha rivolto gravi accuse nei confronti del proprio datore di lavoro, accusandolo di aver sospeso la trasmissione ‘Porta a Porta’ ‘senza un motivo ragionevole’ ipotizzando una decisione dal ‘sapore politico’. Un qualunque dipendente sarebbe stato sanzionato per comportamenti analoghi. E le regole devono essere uguali per tutti. In queste settimane epocali nella storia del nostro Paese la Rai sta dimostrando di essere un insostituibile punto di riferimento dei cittadini. E per questo un grazie va alle lavoratrici e ai lavoratori che, nonostante le difficoltà, stanno assicurando ancora una volta un prodotto di straordinaria qualità: nessun eroismo, semplicemente un profondo senso di responsabilità per la missione che si svolge al servizio del Paese. Ancor di più quindi devono essere sanzionati comportamenti che rischiano di inficiare questo lavoro straordinario”.
Intanto Vespa, che è già tornato in onda con Porta a Porta, all’Adnkronos ha commentato così il doppio esposto: “Il consigliere Laganà e il segretario dell’Usigrai Di Trapani stanno programmando un sistema di censura sovietico, ma non ce la faranno”.