“Si tornerà a scuola se e quando, sulla base delle indicazioni degli esperti, le condizioni lo consentiranno”. Così la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina intervenuta in Senato per un’informativa. Per la prima volta da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus traspare la possibilità che l’anno scolastico possa proseguire solo a distanza.
L’ipotesi di un rientro a maggio, circolata nei giorni scorsi, potrebbe essere una vana speranza. Ma c’è di più. Oggi la ministra ha dato una notizia ai maturandi: “Il mio orientamento è di proporre una commissione formata da soli membri interni, con presidenti esterni. Da un lato, ciò vale a tutelare gli apprendimenti effettivamente acquisiti. Dall’altro, un presidente esterno si fa garante della regolarità dell’intero percorso d’esame”.
È la prima decisione presa per alleggerire la maturità che comunque – ha ribadito la ministra – “sarà un esame serio che tenga conto dello sviluppo reale degli apprendimenti. Questo approccio non vuole essere finalizzato alla rigidità formale, al contrario intende volgere alla valorizzazione dei percorsi di ognuno, attraverso lo strumento più idoneo per tutti”.
Arrivi quindi una prima risposta alle richieste di studenti, dirigenti scolastici e insegnanti. Resta invece ancora sul tavolo del ministero la definizione dei contenuti e la modalità di svolgimento: gli interessati, oltre ai commissari interni, hanno chiesto una seconda prova da formulare a livello locale e non standardizzata così come l’ammissione agli esami per tutti. Ma di questo oggi la ministra non ha parlato.
Nel discorso al Senato Azzolina ha sottolineato che “il servizio di istruzione è un servizio pubblico essenziale costituzionalmente garantito. Per questo abbiamo subito sollecitato l’attivazione di forme di didattica a distanza. Con l’obiettivo di garantire il diritto allo studio, ma anche e soprattutto la vicinanza ai nostri studenti e alle loro famiglie. È una scelta a mio avviso obbligata. Non abbiamo alternative se vogliamo stare accanto ai nostri allievi”.
E per andare incontro alle esigenze del territorio, nella nota informativa al Senato, è stato annunciato l’arrivo di un valido supporto per le scuole primarie: “Abbiamo considerato che spesso le scuole del primo ciclo di istruzione non hanno personale tecnico competente per affrontare le problematiche legate alla gestione delle nuove tecnologie”. Così, ha spiegato la ministra “abbiamo deciso, in un momento in cui le competenze digitali fanno la differenza, di mettere a disposizione di queste scuole mille nuovi assistenti tecnici informatici (profilo finora previsto solo per le scuole secondarie di secondo grado), con il compito di assicurare la funzionalità della strumentazione informatica in dotazione agli istituti e per supportare i docenti e gli alunni nell’utilizzo delle piattaforme di didattica a distanza”.