Nel giorno della cruciale riunione tra i leader della Ue, chiamati a prendere decisioni sugli strumenti di risposta comune all’emergenza, la Banca centrale europea ha avviato il piano straordinario di acquisto di titoli (pandemic emergency purchase programme) da 750 miliardi di euro annunciato la settimana scorsa. Verranno comprati titoli di durata da 70 giorni a trent’anni, compresi quelli greci . Ma soprattutto l’Eurotower si è data la massima flessibilità, mettendo da parte i paletti che avevano regolato il quantitative easing: nell’opinione legale pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione si spiega che i limiti oggi in vigore – non più del 33% di una singola emissione di un Paese e non più del 50% per i titoli sovranazionali – “non dovrebbero essere applicati” in questo programma.

Una mossa senza precedenti che ha avuto l’immediato risultato di ridurre lo spread tra Btp e Bund, che ha chiuso a 158 punti dopo aver aperto a 180. Per le Borse è stata una seduta nervosa in attesa del Consiglio Ue ma hanno chiuso tutte in positivo, con Piazza Affari a +0,73%, Londra +2,09%, Francoforte +1,35% e Parigi +2,51%. Rally a Wall Street dove lo S&P 500 chiude ai massimi delle ultime due settimane e mette a segno la sua migliore tre giorni dal 1933. Vola anche il Dow Jones che nelle ultime tre sedute ha guadagnato il 20%, mettendo fine al più breve mercato orso della storia.

Fonti Bce: “Lo scudo anti spread di Draghi? Inappropriato in questa crisi” – Intanto però fonti della Bce parlando alla Reuters hanno smentito le indiscrezioni di ieri stando alle quali Francoforte sarebbe stata pronta ad attivare le Omt, ovvero il vero “scudo anti spread” messo a punto da Mario Draghi e ancora mai utilizzato. “Lo choc del coronavirus non ha nulla a che vedere con quello per cui le Omt erano state disegnate, non è appropriato in queste circostante”.

Il bollettino: “Sosterremo famiglie, imprese, banche e Stati” – La pandemia di coronavirus è “un’emergenza collettiva di sanità pubblica pressoché senza precedenti nella storia recente”, scrive la Bce nel bollettino mensile. “È anche uno shock economico estremo che richiede una reazione ambiziosa, coordinata e urgente delle politiche su tutti i fronti”. Ribadendo il proprio whatever it takes, la Bce puntualizza che “il Consiglio direttivo è determinato a fare la sua parte per sostenere tutti i cittadini dell’area euro in questo momento di estrema difficoltà. Al tal fine, assicurerà che tutti i settori dell’economia possano beneficiare di condizioni di finanziamento favorevoli che consentano loro di assorbire questo shock. Ciò si applica senza distinzioni a famiglie, imprese, banche e amministrazioni pubbliche“.

E da una fetta dei leader europei, con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen in testa, viene ribadito l’appello all’unità tra i governi dei 27 Paesi membri per disegnare una strategia comune, anche e soprattutto economica, per cercare di limitare l’impatto della crisi, in attesa del Consiglio europeo.

Von der Leyen: “L’Ue mostri un cuore unico, stiamo facendo la storia” – Nel corso della plenaria del Parlamento europeo che si è tenuta a Bruxelles, la presidente della Commissione Ue ha voluto lanciare un messaggio ai 27 Stati membri che oggi si riuniranno in sede di Consiglio europeo per decidere la strategia comune da seguire per il contrasto al coronavirus. Nel suo appello, il capo di Palazzo Berlaymont ha ricordato che “la storia sta guardando a noi adesso, insieme facciamo la cosa giusta con un unico grande cuore e non con 27 piccoli cuori. Viva l’Europa”.

Il messaggio è indirizzato in particolar modo a tutti i Paesi cosiddetti rigoristi, quelli del Nord Europa, e alla sua ex Cancelliera quando era ministro della Difesa di Berlino, Angela Merkel. È proprio quest’ultima che, potendo sfruttare il grande peso politico del Paese che guida, è in grado di spostare gli equilibri in sede di Consiglio. Soprattutto sulla questione relativa ai cosiddetti “coronabond”. “Una risposta europea di successo può essere coordinata solo se il nostro mercato interno e le nostre frontiere funzionano come dovrebbero. Una crisi senza frontiere non può essere risolta ponendo barriere tra di noi – ha detto von der Leyen – Eppure, questo è esattamente il primo riflesso che hanno avuto molti paesi europei. Questo semplicemente non ha senso. E inoltre contraddice fondamentalmente il nostro spirito europeo. Perché non esiste un solo Stato membro in grado di soddisfare le proprie esigenze in termini di forniture e attrezzature mediche essenziali. Non uno”.

Posizione identica a quella del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, tra i nove i leader che hanno firmato una lettera congiunta indirizzata al presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, in cui chiedono il varo di uno “strumento di debito comune emesso da una Istituzione dell’Ue per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati Membri”. Questa è una battaglia che in Europa si vince tutti insieme, altrimenti a perdere saremo tutti. Ribadirò questa posizione fra qualche ora, in una videoconferenza a livello di G20 e poi al vertice del Consiglio europeo”, ha detto nel corso di un’informativa al Senato.

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