Ermanno Scervino ha messo le sue sarte in “smartworking” a confezionare mascherine direttamente da casa. Gli ingegneri di Fca e Ferrari affiancheranno la Siare Engineering, una delle poche aziende che producono respiratori, per aiutarli a raddoppiare la produttività. Il gruppo Davines ha smesso momentaneamente di produrre shampoo per concentrarsi sul gel igienizzante, da regalare alla croce rossa e ad altre istituzioni attive sul territorio. La cosmesi, l’automobilistica, i produttori di packaging: le aziende hanno riconvertito le proprie linee produttive per affrontare l’emergenza coronavirus. “Sette giorni fa lo consideravo utopistico, non solo inaspettato”, ha commentato il commissario straordinario Domenico Arcuri annunciando un incentivo, già disponibile online “per finanziare con totali 50 milioni le imprese che riconvertono i loro impianti per produrre ancora altre mascherine”. In audizione alla Camera dei Deputati, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha confermato, ribadendo che la priorità ora è “velocizzare e centralizzare i procedimenti di approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, assumendo iniziative di riconversione di realtà produttive per potenziare la produzione nazionale”. Abiti e tailleur non sono più necessari, ma le mascherine sì: per questo 180 case di moda hanno unito gli sforzi per garantire 2 milioni di pezzi. Arrivano i rinforzi anche per la produzione di gel igienizzante: Bulgari ha annunciato di destinare i suoi laboratori cosmetici per la produzione di 6mila flaconi di disinfettanti mani al giorno, così come L’Erbolario e il colosso del lusso LVMH, mentre l’associazione dei produttori di distillati, Assodistil, contribuirà a garantire le forniture di alcol. Intanto i laboratori studiano nuove soluzioni, ad esempio Apulia Stretch, che ha iniziato a produrre tessuto-non-tessuto. Ecco alcuni esempi di aziende che hanno fatto ripartire le macchine per l’emergenza.
Moda: camici e mascherine dai brand del lusso – Arcuri ha annunciato che “180 aziende delle Camere della moda si sono messe insieme ed hanno creato due filiere per produrre due milioni al giorno di mascherine”. Tra queste, anche grandi nomi come Fendi, Armani, Gucci, Ferragamo, Celine, Valentino, Serapian Richemont. Prada, su richiesta della Regione Toscana, la scorsa settimana ha avviato nello stabilimento di Montone (Perugia) la produzione di 80mila camici e 110mila mascherine da destinare al personale sanitario della Regione: le consegne, con cadenza giornaliera, saranno ultimate in data 6 aprile. Toni Scervino, amministratore delegato della maison Ermanno Scervino, ha messo in “smartworking” le sue sarte: tutti i giorni gli incaricati dell’azienda portano metri di ‘tessuto non tessuto’ (indicato come il più efficace) gli elastici e i ferretti a casa delle dipendenti, ritirando anche i dispositivi già realizzati, destinati alle aziende sanitarie e alle residenze sanitarie assistenziali della Toscana. Giorgio Armani, dopo aver donato 2 milioni di euro agli ospedali, ha dato il via alla conversione di tutti i propri stabilimenti produttivi per realizzare camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari. L’ultimo, in ordine di tempo, è il gruppo veronese Calzedonia, che ha riconvertito da ieri alcuni dei propri stabilimenti alla produzione di mascherine e camici. Sono stati acquistati macchinari speciali per la creazione di una linea semi-automatica, e le cucitrici sono state formate al nuovo tipo di produzione: i primi 5mila dispositivi sono già stati donati al comune di Verona, nei prossimi giorni ci si aspetta di produrre 10mila mascherine al giorno, incrementando la produzione nelle settimane successive. Gucci ha annunciato di esser pronta a donare 1 milione e 100 mila mascherine chirurgiche e 55mila camici alla Regione Toscana. Non solo le grandi firme: anche piccole aziende come Modaimpresa, 35 dipendenti in provincia di Isernia, ha convertito la propria produzione di capi di abbigliamento per la produzione di 10mila mascherine protettive con filtro al giorno, distribuite in lotti di 500 pezzi ciascuno.
Le aziende tessili studiano nuovi materiali – Confindustria Moda ha lanciato invece una campagna per la “raccolta” da parte delle aziende del tessile-moda di tessuto-non-tessuto (Tnt) e riconvertire così la produzione in quella di mascherine. Appello accolto dalle industrie tessili della Puglia, che già da giorni si sono mobilitate per fare filiera e, con le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, riconvertire le loro produzioni per realizzare quante più mascherine possibile. Ne è un esempio il caso della Apulia stretch, azienda del Barese che produce tessuti per la copertura di materassi che ha sviluppato un prototipo di tessuto idrorepellente all’esterno e idrofobico all’interno, come il Tnt: sarà distribuito alle sartorie che ne ricaveranno mascherine. C’è poi il caso della Bc Boncar di Busto Arsizio, in provincia di Varese: l’azienda specializzata in packaging luxury per le case di moda (tra cui Hugo Boss, Louboutin, H&M), ha iniziato la produzione di mascherine per ospedali e amministrazioni. E della Dreoni Giovanna, che dall’abbigliamento tecnico e le tappezzerie per auto è passata alla produzione di mascherine certificate al ritmo di 2mila unità al giorno, e di Es’Givien, casa di moda toscana che ha già prodotto e donato oltre 5mila mascherine non sanitarie a ospedali e aziende.
Da creme e profumi ai gel igienizzanti – I gel igienizzanti sono andati a ruba, alimentando speculazioni e rivendite illegali sul web, a prezzi gonfiati a dismisura. Oltre all’Angelini, che ha aumentato la produzione, il colosso farmaceutico Menarini ha deciso di produrre negli stabilimenti di Firenze 5 tonnellate di gel disinfettante a settimana, da donare gratuitamente agli ospedali. Bulgari -insieme al suo storico partner di fragranze, ICR (Industrie Cosmetiche Riunite, di Lodi, ndr) – ha iniziato a produrre gel disinfettante per le mani da fornire in via prioritaria a tutte le strutture mediche attraverso il coordinamento del governo: la produzione prevede 6000 pezzi al giorno fino ad arrivare ad un totale di 200.000 pezzi in circa due mesi. Anche l’azienda Davines di Parma, che di solito produce shampoo e impacchi per capelli, ha avviato la produzione di gel igienizzante per le mani da distribuire gratuitamente a diverse istituzioni attive per combattere l’emergenza: 50 mila pezzi di Gel del Buon Auspicio consegnati a realtà individuate in collaborazione con l’associazione “Forum Solidarietà” di Parma: case di riposo comunali, nonché le sedi locali di Croce Rossa, Croce Gialla, Intercral, Comunità Betania, l’assistenza pubblica e le comunità di accoglienza per immigrati. Anche L’Erbolario ha riattivato i suoi impianti per produrre gel disinfettante per le mani: i primi 38 mila flaconi sono già stati donati e a ltri 28.000 flaconi sono in partenza. In Francia il gruppo LVHM (che nel suo portafoglio ha brand come Dior, Guerlain, Louis Vuitton, Givenchy, Kenzo e Acqua di Parma) ha annunciato che le sue linee produttive della profumeria saranno convertite per fornire gratuitamente grandi quantità di gel disinfettante alle autorità sanitarie.
Fca e Ferrari ora producono ventilatori – Fca riconvertirà uno stabilimento del gruppo in Cina per produrre mascherine facciali: “L’obiettivo è di iniziare la produzione nelle prossime settimane e arrivare a produrre oltre un milione di mascherine al mese che saranno donate ai primi soccorritori e agli operatori sanitari”, spiega l’amministratore delegato Mike Manley in una lettera ai dipendenti. Non solo: gli ingegneri di Fca e quelli della Ferrari stanno collaborando con Siare Engineering, una delle poche aziende che producono respiratori, per aiutarli a raddoppiare la produttività.
L’alcol per i liquori ora serve per fare disinfettanti– Assodistil, già il 13 marzo, aveva annunciato che vista la crescente domanda di alcool per la produzione di gel disinfettanti “le aziende del settore si impegneranno al massimo per fornire tutta la quantità disponibile a coloro che ne abbiano legittima necessità”. Sulla stessa linea anche i grandi produttori d’oltreoceano: tra tutti, Bacardi.
Tamponi – Oltre alle mascherine, molte aziende italiane di dispositivi medici sono pronte a riconvertirsi per produrre test con tampone. Lo afferma all’Ansa il presidente di Confindustria Dispositivi Medici Massimiliano Boggetti: “Come per le mascherine, anche per i tamponi lo sforzo costante è di lavorare al massimo delle possibilità, ma sarà necessaria la riconversione di alcune aziende come sta accadendo per le mascherine”. “Servono – avverte – risposte della politica sugli aiuti alle aziende”.
Economia
Coronavirus, da Prada e Gucci a Fca e Ferrari: tutte le aziende italiane che riconvertono la produzione per fare mascherine e ventilatori
Da Prada a Ferrari, da Gucci a Bulgari. Dal mondo dell'auto a quello dell'abbigliamento di lusso, dal luxury packaging alla cosmetica. Ecco le imprese italiane che hanno trasformato la produzione a beneficio di camici, dispositivi di protezione, ventilatori per la rianimazione. E partecipano anche i produttori di bevande alcoliche
Ermanno Scervino ha messo le sue sarte in “smartworking” a confezionare mascherine direttamente da casa. Gli ingegneri di Fca e Ferrari affiancheranno la Siare Engineering, una delle poche aziende che producono respiratori, per aiutarli a raddoppiare la produttività. Il gruppo Davines ha smesso momentaneamente di produrre shampoo per concentrarsi sul gel igienizzante, da regalare alla croce rossa e ad altre istituzioni attive sul territorio. La cosmesi, l’automobilistica, i produttori di packaging: le aziende hanno riconvertito le proprie linee produttive per affrontare l’emergenza coronavirus. “Sette giorni fa lo consideravo utopistico, non solo inaspettato”, ha commentato il commissario straordinario Domenico Arcuri annunciando un incentivo, già disponibile online “per finanziare con totali 50 milioni le imprese che riconvertono i loro impianti per produrre ancora altre mascherine”. In audizione alla Camera dei Deputati, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha confermato, ribadendo che la priorità ora è “velocizzare e centralizzare i procedimenti di approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, assumendo iniziative di riconversione di realtà produttive per potenziare la produzione nazionale”. Abiti e tailleur non sono più necessari, ma le mascherine sì: per questo 180 case di moda hanno unito gli sforzi per garantire 2 milioni di pezzi. Arrivano i rinforzi anche per la produzione di gel igienizzante: Bulgari ha annunciato di destinare i suoi laboratori cosmetici per la produzione di 6mila flaconi di disinfettanti mani al giorno, così come L’Erbolario e il colosso del lusso LVMH, mentre l’associazione dei produttori di distillati, Assodistil, contribuirà a garantire le forniture di alcol. Intanto i laboratori studiano nuove soluzioni, ad esempio Apulia Stretch, che ha iniziato a produrre tessuto-non-tessuto. Ecco alcuni esempi di aziende che hanno fatto ripartire le macchine per l’emergenza.
Moda: camici e mascherine dai brand del lusso – Arcuri ha annunciato che “180 aziende delle Camere della moda si sono messe insieme ed hanno creato due filiere per produrre due milioni al giorno di mascherine”. Tra queste, anche grandi nomi come Fendi, Armani, Gucci, Ferragamo, Celine, Valentino, Serapian Richemont. Prada, su richiesta della Regione Toscana, la scorsa settimana ha avviato nello stabilimento di Montone (Perugia) la produzione di 80mila camici e 110mila mascherine da destinare al personale sanitario della Regione: le consegne, con cadenza giornaliera, saranno ultimate in data 6 aprile. Toni Scervino, amministratore delegato della maison Ermanno Scervino, ha messo in “smartworking” le sue sarte: tutti i giorni gli incaricati dell’azienda portano metri di ‘tessuto non tessuto’ (indicato come il più efficace) gli elastici e i ferretti a casa delle dipendenti, ritirando anche i dispositivi già realizzati, destinati alle aziende sanitarie e alle residenze sanitarie assistenziali della Toscana. Giorgio Armani, dopo aver donato 2 milioni di euro agli ospedali, ha dato il via alla conversione di tutti i propri stabilimenti produttivi per realizzare camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari. L’ultimo, in ordine di tempo, è il gruppo veronese Calzedonia, che ha riconvertito da ieri alcuni dei propri stabilimenti alla produzione di mascherine e camici. Sono stati acquistati macchinari speciali per la creazione di una linea semi-automatica, e le cucitrici sono state formate al nuovo tipo di produzione: i primi 5mila dispositivi sono già stati donati al comune di Verona, nei prossimi giorni ci si aspetta di produrre 10mila mascherine al giorno, incrementando la produzione nelle settimane successive. Gucci ha annunciato di esser pronta a donare 1 milione e 100 mila mascherine chirurgiche e 55mila camici alla Regione Toscana. Non solo le grandi firme: anche piccole aziende come Modaimpresa, 35 dipendenti in provincia di Isernia, ha convertito la propria produzione di capi di abbigliamento per la produzione di 10mila mascherine protettive con filtro al giorno, distribuite in lotti di 500 pezzi ciascuno.
Le aziende tessili studiano nuovi materiali – Confindustria Moda ha lanciato invece una campagna per la “raccolta” da parte delle aziende del tessile-moda di tessuto-non-tessuto (Tnt) e riconvertire così la produzione in quella di mascherine. Appello accolto dalle industrie tessili della Puglia, che già da giorni si sono mobilitate per fare filiera e, con le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, riconvertire le loro produzioni per realizzare quante più mascherine possibile. Ne è un esempio il caso della Apulia stretch, azienda del Barese che produce tessuti per la copertura di materassi che ha sviluppato un prototipo di tessuto idrorepellente all’esterno e idrofobico all’interno, come il Tnt: sarà distribuito alle sartorie che ne ricaveranno mascherine. C’è poi il caso della Bc Boncar di Busto Arsizio, in provincia di Varese: l’azienda specializzata in packaging luxury per le case di moda (tra cui Hugo Boss, Louboutin, H&M), ha iniziato la produzione di mascherine per ospedali e amministrazioni. E della Dreoni Giovanna, che dall’abbigliamento tecnico e le tappezzerie per auto è passata alla produzione di mascherine certificate al ritmo di 2mila unità al giorno, e di Es’Givien, casa di moda toscana che ha già prodotto e donato oltre 5mila mascherine non sanitarie a ospedali e aziende.
Da creme e profumi ai gel igienizzanti – I gel igienizzanti sono andati a ruba, alimentando speculazioni e rivendite illegali sul web, a prezzi gonfiati a dismisura. Oltre all’Angelini, che ha aumentato la produzione, il colosso farmaceutico Menarini ha deciso di produrre negli stabilimenti di Firenze 5 tonnellate di gel disinfettante a settimana, da donare gratuitamente agli ospedali. Bulgari -insieme al suo storico partner di fragranze, ICR (Industrie Cosmetiche Riunite, di Lodi, ndr) – ha iniziato a produrre gel disinfettante per le mani da fornire in via prioritaria a tutte le strutture mediche attraverso il coordinamento del governo: la produzione prevede 6000 pezzi al giorno fino ad arrivare ad un totale di 200.000 pezzi in circa due mesi. Anche l’azienda Davines di Parma, che di solito produce shampoo e impacchi per capelli, ha avviato la produzione di gel igienizzante per le mani da distribuire gratuitamente a diverse istituzioni attive per combattere l’emergenza: 50 mila pezzi di Gel del Buon Auspicio consegnati a realtà individuate in collaborazione con l’associazione “Forum Solidarietà” di Parma: case di riposo comunali, nonché le sedi locali di Croce Rossa, Croce Gialla, Intercral, Comunità Betania, l’assistenza pubblica e le comunità di accoglienza per immigrati. Anche L’Erbolario ha riattivato i suoi impianti per produrre gel disinfettante per le mani: i primi 38 mila flaconi sono già stati donati e a ltri 28.000 flaconi sono in partenza. In Francia il gruppo LVHM (che nel suo portafoglio ha brand come Dior, Guerlain, Louis Vuitton, Givenchy, Kenzo e Acqua di Parma) ha annunciato che le sue linee produttive della profumeria saranno convertite per fornire gratuitamente grandi quantità di gel disinfettante alle autorità sanitarie.
Fca e Ferrari ora producono ventilatori – Fca riconvertirà uno stabilimento del gruppo in Cina per produrre mascherine facciali: “L’obiettivo è di iniziare la produzione nelle prossime settimane e arrivare a produrre oltre un milione di mascherine al mese che saranno donate ai primi soccorritori e agli operatori sanitari”, spiega l’amministratore delegato Mike Manley in una lettera ai dipendenti. Non solo: gli ingegneri di Fca e quelli della Ferrari stanno collaborando con Siare Engineering, una delle poche aziende che producono respiratori, per aiutarli a raddoppiare la produttività.
L’alcol per i liquori ora serve per fare disinfettanti– Assodistil, già il 13 marzo, aveva annunciato che vista la crescente domanda di alcool per la produzione di gel disinfettanti “le aziende del settore si impegneranno al massimo per fornire tutta la quantità disponibile a coloro che ne abbiano legittima necessità”. Sulla stessa linea anche i grandi produttori d’oltreoceano: tra tutti, Bacardi.
Tamponi – Oltre alle mascherine, molte aziende italiane di dispositivi medici sono pronte a riconvertirsi per produrre test con tampone. Lo afferma all’Ansa il presidente di Confindustria Dispositivi Medici Massimiliano Boggetti: “Come per le mascherine, anche per i tamponi lo sforzo costante è di lavorare al massimo delle possibilità, ma sarà necessaria la riconversione di alcune aziende come sta accadendo per le mascherine”. “Servono – avverte – risposte della politica sugli aiuti alle aziende”.
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Milano, 12 feb. (Adnkronos) - Il conto in Olanda dove sono stati sequestrati i soldi versati da Massimo Moratti, nell'ambito di una truffa in cui è stato usato il nome del ministro della Difesa Massimo Crosetto, risulta intestato a più persone straniere su cui ora sono in corso gli accertamenti per verificarne l'esistenza e anche per capire eventuali collegamenti con altri soggetti. E' quanto si apprende da fonti investigative.
In particolare, da quanto emerge, sul conto olandese risultano versati i 980mila euro della truffa al presidente di Saras, soldi che il gruppo avrebbe tentato di spostare altrove, ma la tempistica non ha giocato a loro favore e il 'congelamento' del denaro è arrivato prima.
In attesa degli esiti delle rogatorie, si attendono già domani, in procura a Milano si continua a lavorare anche sui numeri telefonici usati per mettere a segno i plurimi tentativi di truffa - ora usando il nome del ministro o del suo staff - nei confronti del gotha dell'imprenditoria e della finanza.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Sicurezza negli stadi, contrasto alla criminalità e prevenzione dei comportamenti illeciti. Sono le tematiche al centro del tavolo presieduto dai ministri dell’Interno e per lo Sport e i giovani, Matteo Piantedosi e Andrea Abodi che hanno incontrato i presidenti di Figc Gabriele Gravina, Lega serie A, Ezio Simonelli, Lega nazionale professionisti serie B, Paolo Bedin, Lega italiana calcio professionistico, Matteo Marani, Lega nazionale dilettanti, Giancarlo Abete. Presenti anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il capo della Polizia, Vittorio Pisani e il presidente dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Mario Improta.
La riunione è stata l’occasione per proseguire il confronto già avviato su proposte e iniziative da mettere in campo congiuntamente. L’obiettivo rimane quello di tutelare le tifoserie sane e di individuare in maniera chirurgica coloro che vanno allo stadio per attuare comportamenti criminali e violenti, assicurando un ambiente più sicuro e vivibile per tutti gli appassionati. Il tavolo ha anche discusso di azioni concrete per contrastare le scommesse illegali e per arginare il fenomeno della pirateria audiovisiva, sanzionando i fruitori dei contenuti illegali. Prossimo incontro tra un mese. Così una nota congiunta dei ministri dell'Interno e per lo Sport e i giovani.
Londra, 12 feb. (Adnkronos) - Non sarà consentito l'alcol ai Mondiali del 2034 in Arabia Saudita. Lo ha dichiarato l'ambasciatore saudita nel Regno Unito, il principe Khalid bin Bandar Al Saud. I tifosi che assisteranno al torneo non potranno trovare bevande alcoliche negli hotel, nei ristoranti o negli stadi. L'Arabia Saudita è un paese differente dal Qatar, dove l'alcol era disponibile in alcuni posti durante i Mondiali del 2022, e non ci saranno eccezioni per questo torneo. "Al momento, non consentiamo l'alcol", ha detto Al Saud a LBC.
"Ci si può divertire molto senza alcol, non è necessario al 100% e se vuoi bere dopo essere andato via, sei il benvenuto, ma al momento non abbiamo alcol. Un po' come il nostro clima, è un paese secco". L'Arabia Saudita è stata confermata come paese ospitante della Coppa del Mondo a dicembre, nonostante le preoccupazioni sui diritti umani. Alla domanda se i tifosi gay di calcio sarebbero stati al sicuro nel paese, Al Saud ha aggiunto: "Daremo il benvenuto a tutti in Arabia Saudita. Non è un evento saudita, è un evento mondiale. E in larga misura, daremo il benvenuto a chiunque voglia venire".
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Le attiviste del Referendum Cittadinanza hanno lanciato un appello via social alle artiste e agli artisti che in questi giorni si esibiranno sul palco del Festival di Sanremo: dire Sì all’Italia che riconosce tutte le sue figlie e tutti i suoi figli direttamente dall’Ariston. La cantante Giorgia e Brunori Sas sono stati i primi a rispondere all'appello e, insieme alle attiviste di ActionAid Utibe Joseph e Kejsi Hodo, hanno cantato il celebre brano di Toto Cutugno L'Italiano.
Gli artisti, poi, hanno ricevuto in dono un ciuccio con un nastrino tricolore da portare con sé sul palco, come simbolo di tutti quei figli e figlie d'Italia che non hanno ancora il riconoscimento della cittadinanza. Il referendum cittadinanza ha ricevuto l'ok dalla Corte Costituzionale lo scorso 20 gennaio insieme agli altri 4 quesiti sul lavoro promossi dalla Cgil. Andrà al voto in primavera.
Dopo la bocciatura del quesito sull'Autonomia la sfida del quorum si fa più ardua, ed è per questo che i promotori partono proprio dal più popolare spettacolo televisivo italiano per richiamare l'attenzione del Paese sull'appuntamento referendario. Il referendum cittadinanza è stato promosso da +Europa, Possibile, Dalla Parte Giusta della Storia, ActionAid, Libera, Arci, Italiani senza Cittadinanza, Conngi, insieme a una grande rete di oltre 70 organizzazioni.
Milano, 12 feb. (Adnkronos) - La competenza territoriale si radica a Milano, da qualunque lato si inquadri la questione. Lo sostiene la Cassazione nelle motivazioni sul caso Visibilia che vede indagata, tra gli altri, la ministra del Turismo Daniela Santanchè con l'ipotesi di truffa aggravata all'Inps in relazione alla cassa integrazione nel periodo Covid. Nel provvedimento, che segue la decisione dello scorso 29 gennaio, si rigetta la richiesta della difesa di considerare singole ipotesi di truffa (e non una truffa continuata) e di radicare la competenza a Roma.
Per il collegio della seconda sezione penale presieduta da Anna Petruzzellis - chiamato a rispondere alla questione sollevata dalla giudice delle indagini preliminari di Milano Tiziana Gueli - dato che la procura meneghina ha rilevato che l'ultima erogazione dei contributi è stata pagata a un dipendente in una banca nel Milanese, "deve essere affermata la competenza territoriale del Tribunale di Milano". Nell'indagine, coordinata dai pubblici ministeri Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, risultano coinvolti 13 dipendenti delle due società indagate, Visibilia Concessionaria srl e Visibilia Editore spa, che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo (e quindi continuando a lavorare) causando un 'danno' di oltre 126 mila euro versati dall'Inps.
"La soluzione - si legge nella decisione della Cassazione - non cambia nel caso in cui si voglia ancorare la competenza territoriale al momento della richiesta della cassa integrazione, posto che dalla documentazione prodotta in atti risulta che la richiesta è stata inviata alla sede Inps di Milano e che sempre la sede Inps di Milano ha autorizzato la cassa integrazione". Infine, a rafforzare la competenza territoriale il fatto che "avendo le società sede a Milano, il delitto di truffa si è comunque consumato a Milano, al momento della acquisizione dell’ingiusto profitto da parte delle società, che si realizza in concomitanza con la percezione dei contributo da parte dei lavoratori". L'udienza preliminare sul caso Visibilia riprenderà come da calendario il 26 marzo prossimo.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - L'aula della Camera ha approvato la proposta di legge recante 'modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma'. I voti favorevoli sono stati 140, 84 quelli contrari e 3 gli astenuti.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - "Ho visto Sanremo ieri sera, erano anni che non lo vedevo, ma sono rimasto sveglio fino alle 2 per vedermelo tutto. Mi è piaciuto per la qualità espressa, è una vetrina italiana vera. Come ha detto Jovanotti è un po’ come Natale, capodanno, carnevale". Filippo Ricci, direttore creativo della Stefano Ricci Spa, ha commentato così con l'Adnkronos la prima serata del 75esimo Festival di Sanremo e gli outfit del conduttore Carlo Conti creati dalla maison.
Che emozione è stata vedere Carlo Conti con i vostri abiti in apertura del 75esimo Festival della Canzone italiana?
"Siamo abituati a palcoscenici internazionali, ma è la prima volta che saliamo con rispetto sul palco dell'Ariston, tra l'altro con il conduttore e direttore, e quindi è stata una bella emozione. Ero un po' in apprensione che questo outfit gli tornasse bene addosso in una serata movimentata. E' fatto tutto al 100% in Italia, su misura per Carlo, e c'è stato dietro un lavoro di ricerca, insieme a lui, dei tessuti e della costruzione dei modelli in questi mesi, quindi è stato parte proattiva della ricerca e dello sviluppo degli outfit per queste cinque serate", ha spiegato Filippo Ricci.
Che idea avete avuto nello sviluppo degli outfit? Ne utilizzerà uno a serata?
"L'idea che abbiamo avuto, sin dall'inizio, è stata quella di fare un percorso di sartorialità. Noterete che sono tutti outfit abbastanza rigorosi, anche se la qualità dei tessuti conferisce un senso di morbidezza. L'idea era di dare un concetto di eleganza senza tempo perché Sanremo appartiene alla cultura del Paese. Poi ieri sera abbiamo giocato con il colore, il midnight blu, questo blu notte che è ben diverso dal classico nero, anche se ci saranno degli outfit scuri in seguito. Non conosco la sequenza, visto che la deciderà lui con il proprio staff ogni sera. Sono tutti pronti e a disposizione, con un nostro sarto dedicato dietro le quinte. Carlo ha più scelte, ma credo userà un outfit a serata perché da quello che ho visto ieri, nel movimento veloce tra uno spazio e l'altro credo che voglia mantenere un ritmo serrato per le tempistiche sceniche sue".
Quali emozioni ci sono state durante la prima serata del Festival?
"E' stato bello vedere Papa Francesco e ascoltare il suo messaggio, credo che sia la prima volta nella storia del Festival, quindi anche solo quella è stata un'immagine potente. Poi Jovanotti ha provocato una scarica d’energia positiva, da re dell'entertainment", ha spiegato il direttore creativo della Stefano Ricci Spa.
Carlo Conti era preoccupato di non riuscire a valorizzare la classe e la modernità degli smoking, ci è riuscito?
"Ci è riuscito assolutamente, ha un bel portamento, e gli ho detto 'sei proprio un bel modello'. E' un uomo che sa stare sul palcoscenico e vestire dei capi sartoriali. Quello di ieri non era un capo semplicissimo, è una giacca smoking in velluto blu, tra l'altro quello è un jersey di velluto, quindi più morbido, ma lo vestiva molto bene, con i tre pezzi, e sotto aveva un gilet in lana coordinato con il pantalone mohair. Abbiamo voluto fare proprio il tocco estremo di sartorialità con tutto il bordino in raso che è stato fatto su tutto il revere. L'idea era quella di rispettare un percorso abbastanza classico della sartorialità italiana e fiorentina, perché se si va a vedere la spalla, è una vecchia scuola fiorentina il modo di realizzarla in maniera morbida, quindi la giacca è molto leggera".
Queste sera la seconda serata con nuove sorprese?
"Gli abiti sono smoking oppure giacche da cocktail, quindi ci sarà un'alternanza dove Carlo ha possibilità di scelta anche tra cravatta o papillon. Ci hanno scritto in molti sui social, anche dall’estero a conferma di una vetrina internazionale come Sanremo, proprio per avere questa informazione, ed è molto divertente. La cosa interessante è che ci arrivano messaggi da tutto il mondo, perché è il Festival della canzone italiana, è italianissimo, ma lo guardano in America, lo guardano gli italo-americani, lo guardano in Sud America, lo guardano a Est, e comunque la visibilità internazionale è importante. Questo è un palcoscenico di italianità che richiama la musica italiana in generale ma non solo", ha spiegato Filippo Ricci la cui maison vende in tutto il mondo.
I nostri mercati principali?
"Noi produciamo tutto in Italia, ma in Italia vendiamo poco. Noi vendiamo a clienti in tutto il mondo, con le nostre 82 boutique e in Italia ne abbiamo due a Firenze dove è anche la sede dell'azienda, due a Milano, uno a Porto Cervo. Tra i mercati più importanti gli Stati Uniti, le capitali del continente europeo come Londra e Parigi, al Middle East, Dubai, fino alla Cina. A Carlo Conti abbiamo fornito tutto l'outfit, dalle scarpe, alle camicie, e abbiamo anche fatto diversi capi sportivi per le conferenze stampa e gli altri impegni del Festival. Dalle giacche in maglia sportive con le sneaker più casual e abbiamo lavorato insieme per fargli provare un po' di tessuti anche particolari"ha concluso Filippo Ricci. (di Emanuele Rizzi)