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Pensioni, Tridico: “Nessun rischio di blocco dopo maggio, c’è la garanzia dello Stato e la liquidità è certa”

Il presidente dell’Inps rassicura i pensionati dopo che ieri a Di Martedì aveva affermato: "Abbiamo i soldi per pagare fino al momento in cui è stato sospeso il pagamento dei contributi". Poi annuncia che l'istituto pagherà entro 30 giorni i lavoratori per i quali è stata chiesta la cassa integrazione e gli autonomi che faranno domanda per il bonus di 600 euro (ma manca il modulo)
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Non esiste nessun rischio di blocco per il pagamento delle pensioni, sono garantite dallo Stato e saranno pagate sempre. Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico rassicura i pensionati dopo che ieri a Di Martedì aveva affermato che “abbiamo i soldi per pagare fino al momento in cui è stato sospeso il pagamento dei contributi. Quindi fino a maggio non c’è problema di liquidità”. Oggi a SkyTg24, in un’intervista al Sole24Ore e infine a Porta a Porta ha ricordato che anche se il nostro sistema è a ripartizione – cioè i lavoratori attuali pagano le pensioni con i loro contributi – c’è la garanzia dello Stato.

Al momento il pagamento dei contributi è sospeso per tutti i lavoratori fermi a causa dell’emergenza coronavirus ma, se dovesse crearsi un problema di liquidità, l’Inps – ha ribadito Tridico – farebbe fronte attraverso lo Stato. Dunque “Non c’è un problema di arresto”. L’economista ha spiegato che l’Inps è al lavoro per dare risposte a 11 milioni di persone, tra richieste di cassa integrazione, bonus agli autonomi e le altre misure previste dai decreti del governo.

L’istituto, ha detto, pagherà entro 30 giorni i lavoratori per i quali è stata chiesta la cassa integrazione e gli autonomi che faranno domanda per il bonus di 600 euro, anche se il modulo sarà disponibile solo la settimana prossima. “Tutte le prestazioni sociali hanno un limite di spesa, ma saranno rifinanziate. Le domande per bonus babysitter e i 600 euro agli autonomi “si potranno fare sempre”.

Intanto oggi l’Inps ha diffuso i dati sulle pensioni liquidate nel 2019 con esclusione di quelle del settore pubblico. Nel 2019 sono stati liquidati 1,2 milioni di assegni, quasi la metà dei quali (il 48,5%) di tipo assistenziale. All’inizio del 2020 erano in vigore, sempre esclusi gli assegni della gestione pubblica, 17,89 milioni di pensioni, per la maggioranza (il 60,5%) con un importo inferiore ai 750 euro e per il 70% al di sotto dei 1.000 euro. Questo è solo un indicatore di povertà dato che questi sono i dati delle singole prestazioni e molti pensionati hanno più assegni (e a volte altri redditi non da pensione). La spesa per questi assegni è di 208,8 miliardi di euro di cui 187 sostenuti dalle gestioni previdenziali e 21,8 da quelle assistenziali. L’importo medio delle pensioni è di 11.559 euro l’anno.

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