Domenico Tallini, Forza Italia, è sotto processo a Catanzaro per induzione a dare o promettere utilità. La commissione parlamentare antimafia lo aveva incluso nell'elenco degli impresentabili
Dopo due mesi e due stipendi percepiti dai neo eletti, il consiglio regionale della Calabria si è riunito finalmente stamattina. Una volta sostituito con Raffaele Sainato il consigliere Domenico Creazzo (eletto nella lista di Fratelli d’Italia e subito arrestato per mafia dalla Procura di Reggio Calabria), Palazzo Campanella ha eletto il suo presidente. Con venti preferenze (su 31 consiglieri presenti in aula), alla terza votazione è stato eletto Domenico Tallini. Candidato di Forza Italia, il 26 gennaio Tallini aveva preso più di 8mila voti centrando la sua quinta legislatura consecutiva.
La seduta di oggi si è tenuta a porte chiuse a causa dell’emergenza coronavirus. L’elezione di Mimmo Tallini ha provocato più di un mal di pancia. Il neopresidente del Consiglio regionale, infatti, è sotto processo a Catanzaro per “induzione indebita a dare o promettere utilità”. Coinvolto nell’inchiesta “Multopoli”, prima delle elezioni regionali Mimmo Tallini era stato indicato come “impresentabile” dal presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra.
Quest’ultimo, poco prima della seduta del consiglio regionale, è intervenuto di nuovo su Tallini: “A pochi giorni dal voto dalle ultime elezioni regionali tenutesi in Calabria ed Emilia Romagna – ha sottolineato Morra – in qualità di Presidente della Commissione parlamentare antimafia, ho reso pubblici i nominativi dei cosiddetti ‘impresentabili’ tra cui, appunto, il candidato di Forza Italia Domenico Tallini. Può il Consiglio regionale calabrese – si domanda Morra – con buona pace della presidente della giunta Santelli (ex vicepresidente dell’Antimafia che ha condiviso ed approvato il codice per gli impresentabili), pensare di eleggere il consigliere Tallini, ‘impresentabile’ che potrebbe subire gli effetti della legge Severino?”.
Dopo qualche ora, la profezia di Morra è diventata realtà. Con tanto di benedizione della governatrice Santelli. “L’indicazione alla mia persona – sono le prime parole di Tallini – è frutto della fatalità e non dell’ambizione. Non mi ero posto questo obiettivo, ma quando c’è stata la chiamata alla responsabilità non me la sono sentita di tirarmi indietro”.