“Il Presidente Mattarella parlando dell’attuale emergenza sanitaria ha evocato il dopoguerra. L’Italia che era uscita sconfitta dal conflitto mondiale, seppe dimostrare al mondo un grande valore. Fino a diventare una grande economia. Quell’Italia ha costruito l’autostrada del Sole in sette anni. Io dico sempre che se dovessimo fare la parallela di quell’autostrada adesso impiegheremmo settanta anni. Perché finiremmo ad incartarci in tribunali, commissioni e cose del genere ed avremmo anche l’associazione dei difensori dei moscerini pronta ad affermare che i i moscerini vanno a spiaccicarsi contro il vetro delle automobili e quindi l’autostrada non deve farsi”. Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, nella puntata di ieri di Tg2Post, sollecitato da Manuela Moreno, conduttrice del programma di approfondimento, ha dato la sua ricetta. Quel che si dovrebbe fare già da ora. Partendo dalla debucratizzazione. Male di tutti i mali. Insieme alle associazioni ambientaliste, evidentemente.
“Io sono molto d’accordo con lei. Sarei per fare una strage di moscerini”. Matteo Renzi, collegato dagli studi Rai di Viale Mazzini, chiamato in causa da Sangiuliano è ritornato su uno dei suoi cavalli di battaglia. Lo sblocca-cantieri.
Opinioni legittime, ovviamente. Quelle di entrambi, naturalmente. Anche se viziate dall’idea iniziale che tanti cantieri aperti, dovunque sia possibile, producano ricchezza. Siano la ricetta giusta. Per ogni occasione. Quindi anche per questa. Una cura per tutto. Insomma come l’antibiotico che viene prescritto per curare un malanno del quale non sia stata individuata la causa.
Una posizione legittima, ma per me davvero ingiustificata. Soprattutto se sostenuta da tesi contraddittorie.
Già perché il richiamato boom economico italiano ha avuto grandi pregi. Tra i quali appunto quello di dotare la Penisola di grandi infrastrutture, realizzate in tempi record. Proprio come l’autostrada del Sole. Ma quella meravigliosa stagione ha creato le premesse per molti dei disastri, piccoli e grandi del recente passato. Quel benessere economico fondato sull’edilizia, ha disseminato su e giù per il Bel Paese ordigni. Quella ricchezza era stata raggiunta a caro prezzo. Anche se molti non se ne sono curati.
“Col cosiddetto miracolo economico e boom edilizio si sono poste le premesse per il collasso urbanistico, idrogeologico e ambientale del nostro territorio, che è poi una delle ragioni della nostra crisi economica attuale”. Queste parole sono state scritte nel 1981. Non è il pensiero di uno dei membri di qualche associazione che tutela i moscerini, impedendo la realizzazione di qualche opera pubblica che potrebbe rendere l’Italia più moderna. A scriverle è stato Antonio Cederna. Che è stato un ambientalista, certo. Ma anche un giornalista ed un politico. La sua convinzione era che l’edilizia “sfrenata” del boom, fosse stata il detonatore del disastro italiano degli anni nei quali scriveva. Un disastro generalizzato.
“Il boom romano si spiega leggendo la dinamica demografica della città. Tra gli anni 50 e 70 la popolazione è cresciuta di mezzo milione ogni 10 anni. La politica è rimasta immobile e i proprietari dei terreni all’estrema periferia hanno agito indisturbati. Così è stata uccisa Roma, con un tessuto urbano sfilacciato figlio di una crescita irrazionale”. Paolo Berdini, urbanista ed ex assessore della giunta Raggi a Roma, non ha dubbi sulle cause dei mali di Roma. Mali anche economici, s’intende.
La troppa burocrazia allunga i tempi di realizzazione, è vero. Ma dovrebbe consentire di verificarne nei suoi diversi aspetti la “regolarità”. Le associazioni ambientaliste tentano di tutelare il Paesaggio. Impedendo che la necessaria modernizzazione del Paese non comporti il sacrificio di elementi del patrimonio storico-artistico-archeologico. Di frammenti dei nostri territori. Non di rado, della nostra salute.
Le associazioni che tutelano “i moscerini” evocate da Sangiuliano e Renzi non sembrano poi molto differenti dagli “ambientalisti da salotto” chiamati in causa da Salvini, a novembre 2018. Ora si combatte con la pandemia, allora con il disastro provocato da Vaia nelle regioni dolomitiche. Ma la ricetta è sempre la medesima. Avanti con l’edilizia. Senza vincoli (e senza ambientalisti).