Diritti

Coronavirus, Toti: “Capisco la preoccupazione delle famiglie liguri, stiamo facendo tutto ciò che è umanamente possibile”

Il governatore della regione più vecchia d'Italia al Fatto.it: "Abbiamo chiarissimo che le residenze per anziani sono un cluster ad altissimo rischio, ci abbiamo lavorato e partiamo prestissimo con i test di screeening"

Si moltiplicano ogni giorno che passa i casi di contagio nelle residenze per anziani. Un problema particolarmente sentito nella Regione più vecchia d’Italia, la Liguria, che conta ben 12mila posti letto. Lo sa bene Giovanni Toti, che annuncia uno screening totale di tutte le strutture regionali per anziani sia per il personale oss che per i sanitari, accanto a un rafforzamento dei presidi medici all’interno delle residenze e al loro inserimento nei circuiti di distribuzione dei dispositivi di protezione individuale come accade per gli ospedali.

Governatore, avete previsto la possibilità di utilizzare degli alberghi per separare ospiti delle Rsa covid da quelli sani?Abbiamo chiesto a tutti di rintracciare spazi dove poter mettere le persone che però normalmente sono già in camera singola col bagno, quindi questa non è un’urgenza primaria.

Spesso però sono in doppia…
Quelli nelle camere doppie li stiamo separando, lo abbiamo chiesto a tutte le strutture che via via stanno attuando dei piani operativi. Noi abbiamo fatto un piano di implementazione dell’organico per sostituire il personale che o non riesce a farcela o è in malattia, contagiato o meno che sia, abbiamo messo a disposizione delle strutture medici e virologi e stiamo partendo con lo screening e i tamponi.

Quanto tempo ci metterete a fare questo screening?
Penso che entro settimana prossima ce la faremo, ma bisogna tener conto che sono circa 10mila ospiti e per farlo in sicurezza ovviamente ci vorrà un po’ di tempo ovviamente. Però contiamo su tempi ragionevolmente brevi: credo che nei prossimi 8 o 9 giorni avremo lo screeening totale.

Tra le famiglie c’è molta agitazione…
Lo so che c’è agitazione, capisco che siano agitati, ma stiamo facendo tutto quello che è umanamente possibile. Chiediamo di isolare i sintomatici dagli asintomatici, gli stiamo dando un presidio sanitario all’interno, abbiamo scelto un coordinatore che se ne occupa, stiamo fornendo i dispositivi di protezione individuali. Resta il fatto che sono 10mila posti letto, non si può pensare abbiamo 10mila posti letto in ospedale in camere singole. È ovvio che se i sintomatici hanno bisogno di cure severe li spostiamo immediatamente. Quanto ai tamponi, non è così facile distinguere sani e malati: una persona può risultare negativa oggi e positiva domani.

Qualcuno parlava di sfruttare gli alberghi per separare i covid e i non covid anche nell’ambito delle residenze per anziani…
Spostare 10mila persone nelle condizioni in cui sono spesso gli ospiti delle Rsa non è un esercizio facilissimo. Abbiamo chiarissimo che le Rsa sono un cluster ad altissimo rischio, così come abbiamo chiaro che sono numeri elevati e che sono pazienti a grave rischio e infatti buona parte dei pazienti che sono nelle nostre terapie intesive provengno dalle residenze per anziani. Dopo di che la dobbiamo gestire in modo razionale: il personale deve essere dotato di dispositivi, le strutture ci devono dare uno screeening sulle loro possibilità di gestione dei sintomatici e sono coordinate da Alisa. I gravi vanno ricoverati in ospedale dove abbiamo ancora un poco di spazio per gestire le emergenze.

E poi ci sono i test…
Si, ma non ci aspettiamo grandi risultati. Nel senso che il test ci dà una verità a oggi, non quella verità di domani e quindi io oggi faccio il tampone a un signore anziano e mi risulta assolutamente negativo, ma domani mi presenta i sintomi di positività perché magari l’ha preso nei 14 giorni precedenti.

È chiaro che uno ci deve provare…
Infatti li facciamo e facciamo quelli sierologici che almeno ci danno una verità in più: chi ha anticorpi da covid evidentemente ci è già passato. È una cosa in più che ci stiamo inventando come regione, non è prevista dai protocolli ministeriali dell’Istituto superiore di sanità.

Per quanto riguarda invece gli operatori che non possono tornare a casa, avete intenzione di mettere a loro disposizione alberghi o strutture requisite?
Stiamo facendo adesso il bando. Per sanitari, infermieri e operatori sanitari che non vogliono tornare a casa stiamo procurando spazi in tutta la Liguria dove possano stare isolati in spazi adeguati in camere singole con bagno. Quindi ci rivolgeremo con bando alle strutture alberghiere.

Con che tempi?
Due o tre giorni. Bisogna anche verificare l’idoneità delle strutture, se no rischiamo di metterli a rischio invece che preservarli. Quindi bisogna fare anche uno screening tecnico per capire se sono adeguate alla situazione.

Aveta ancora spazi negli ospedali?
Per ora stiamo dietro alle necessità, per ora abbiamo margine, anche se poco.