“Luca Laurenti vive da solo, in assenza di comunicazioni. Non sa neanche che c’è il coronavirus”. Quella di Paolo Bonolis era chiaramente una boutade, ma fino a un certo punto. “Non c’è granché da dire. La sua era un’estremizzazione. Effettivamente Luca spesso è così fuori dal mondo reale che nella nostra immaginazione lui adesso è chiuso nella sua casa, ignaro di quel che succede fuori. Come i guerrieri giapponesi che quando è finita la guerra rimangono sulle isole a combattere”, ci racconta Marco Salvati, il braccio destro di Bonolis, che lavora da anni anche con Luca Laurenti e che ci ha raccontato un lato inedito del co-conduttore. “Lui conduce una vita monacale. Vive in un regime di quasi solitudine, in un ambiente quasi meditativo. È un uomo spirituale”. Insomma, fa cose che chi conosce Laurenti solo attraverso la televisione non se lo aspetta. “Questo succede per tutte le persone dello spettacolo, non c’è niente di straordinario. Lui ha una serie di interessi che riguardano la spiritualità e la meditazione, così vive la sua dorata solitudine pensando a cose più alte del nostro lavoro”. “È un personaggio così particolare e interessante che meriterebbe un libro”, prova a spiegarci Salvati. “È imprevedibile e lunare come si vede in televisione, ma ha un universo attorno a sé che meriterebbe di essere esplorato. Spesso ci scambiamo le idee sulla salute, sul mondo, sull’universo, le sue sono sono frutto di anni di ricerche e di letture. Lui dà accesso a questi interessi solo alle persone più fidate, com’è giusto che sia”. Ma vive veramente in assenza di comunicazione, come dice Bonolis? “Lui non ha i social, questo va detto. Tutti i profili esistenti non sono suoi. Anzi, è anche preoccupato perché è una persona gelosa della sua privacy. Un po’ come gli indigeni della foresta, che hanno paura che gli rubino l’anima”.
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