Punti di vista diversi sui giornali tedeschi che commentano il fallimento del vertice europeo di ieri a causa dello scontro tra il fronte rigorista guidato da Angela Merkel e dal premier olandese Mark Rutte e i nove leader che avevano chiesto il varo degli eurobond. Per die Zeit, vicino al centrosinistra, “l’Europa delude l’Italia”. “I capi di Stato e di governo dell’Ue non si sono accordati sui coronabond. Ma una comunità che lascia cadere in emergenza i suoi membri non merita questo nome“. “Merkel rigetta i coronabond e tuttavia parla di solidarietà“, scrive lo Spiegel nel sottotitolo. La Welt, quotidiano conservatore, sostiene invece che la cancelliera, la quale peraltro ha partecipato alla videoconferenza senza mostrarsi e facendo parlare un interprete, è stata “innervosita dall’aggressività del premier italiano”.
I Verdi tedeschi dal canto loro contestano con nettezza la linea Merkel: “Con il suo grossolano no agli eurobond il governo tedesco calpesta l’idea europea“, ha detto l’europarlamentare Sven Giegold alla Dpa. “Proprio nei paesi più colpiti dal virus la gente adesso deve percepire l’Europa”, aggiunge.
Die Zeit: “Senza accordo del progetto europeo presto non resterà più molto” – Il messaggio di Ursula von der Leyen, evidentemente, “non è arrivato”, mette in evidenza il settimanale Zeit in un commento sul proprio sito. “Si può solo sperare che il prossimo vertice abbia successo. Altrimenti del progetto europeo presto non resterà più molto“, aggiunge il commento. Secondo la testata tedesca “questa crisi rivela una debolezza fondamentale dell’Europa, ma soprattutto dell’unione monetaria europea. Il contenimento della pandemia richiede misure coercitive che fanno sì che l’economia si blocchi. Per evitare un completo collasso economico, sono necessari enormi salvataggi governativi“. Dopo aver ricordato i timori rispetto agli Eurobond – “si teme che vengano convertiti in obbligazioni in euro, tali da trasformare il fondo comunitario temporaneo in permanente entrando in un’economia del debito incontrollabile” – e i limiti del Mes, che oggi risulterebbe “problematico”, l’autore conclude che “alla fine, ci può essere solo un’alternativa: la Banca centrale europea. Se non vi è alcun sostegno da parte di Bruxelles, dovrà ridurre i costi di finanziamento italiani o spagnoli in misura molto maggiore, in modo che il paese già pesantemente indebitato possa ridurre il costo del finanziamento e contrarre prestiti aggiuntivi. La banca centrale diventerebbe così un’agenzia di finanziamento statale de facto, il che incontrerà critiche soprattutto in Germania. Ma se tutte le altre opzioni sono bloccate, questo sarà l’unico modo per fornire sostegno ai paesi interessati”.
Die Welt: “Conte aggressivo, Merkel lo riteneva charmant” – Die Welt sposa invece la linea del rigore: “Non si tratta della difesa di un principio, ma di evitare ulteriori carichi ai contribuenti tedeschi, austriaci e olandesi. Solo per i tedeschi, secondo gli esperti delle finanze, attraverso gli eurobond o i coronabond si arriverebbe a costi da 20-30 miliardi. Un ragionamento che lascia freddo il premier Conte”. Merkel sarebbe quindi rimasta “confusa dall’aggressività del premier italiano: aveva sempre ritenuto l’avvocato star della Puglia particolarmente charmant“.
Bild: “Con eurobond l’Italia avrebbe meno incentivi” – “Il Coronavirus manda in pezzi l’Europa?“. Con questo interrogativo e il riferimento ai “confini chiusi, a lunghe code di camion all’interno dell’Europa”, uno “scenario horror” finora solo accostato alla Brexit, la Bild online titola un articolo dedicato alle divisioni interne all’Ue. Bild ricorda i contrasti su Mes e Coronabond, obbligazioni “che gli Stati Ue emetterebbero tutti insieme ad un tasso di interesse unico che verrebbe calcolato in base all’affidabilità creditizia di tutti i paesi. Per paesi come la Germania, che sono considerati sicuri e solvibili, questi sarebbero superiori alle obbligazioni tedesche. I paesi che sono già fortemente indebitati e più soggetti a rischi per gli investitori (Italia, per esempio) potrebbero ottenere più denaro a un minor costo, eliminando così un incentivo per loro a operare in modo più solido in futuro“. “In generale gli italiani si sono sentiti lasciati soli dalle istituzioni dell’Ue dall’inizio della crisi”, osserva la Bild, ricordando anche la “gaffe” sullo spread fatta da Christine Lagarde il 12 marzo.