“Parole sbagliate”. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha così bollato le dichiarazioni del presidente della Commissione Europea sui coronabond. E il presidente del consiglio Giuseppe Conte gli ha fatto eco, sottolineando che in ogni caso “non decide lei” ed esortando l’Europa a un’azione di tipo risorgimentale.

Il riferimento di Conte e Gualtieri è all’intervista rilasciata sabato da Ursula von der Leyen alla Dpa. Il presidente della Commissione ha infatti detto all’agenzia tedesca che Bruxelles non ha nei suoi radar l’emissione di obbligazioni comunitarie per sostenere i Paesi d’Europa alle prese con l’emergenza coronavirus. Salvo poi, in serata, emettere una nota in cui si è fatta scudo dei limiti dei trattati comunitari.

Le emissioni, in pratica i mitici euro bond mai nati in salsa covid, sono state chieste da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio e Lussemburgo. Sullo stallo in merito venerdì è intervenuto anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che venerdì nel suo discorso alla nazione ha sottolineato l’inadeguatezza di “vecchi schemi ormai fuori dalla realtà” e la necessità di urgenti “azioni concrete del Consiglio Ue“.

Ma per Von der Leyen non c’è niente da fare: il numero uno della commissione sabato parlando con l’agenzia di stampa tedesca ha in particolare rassicurato i falchi di Berlino, le cui riserve in merito ai coronabond sarebbero “giustificate” dalla questione delle garanzie sul debito e ha parlato di “chiari confini giuridici”, che impedirebbero l’emissione da lei bollata come una specie di “slogan”.

Il presidente della Commissione ha quindi sottolineato che il piano a cui Bruxelles sta lavorando è “di ricostruzione”, con l’obiettivo di sempre di avvicinare le condizioni economiche dei Paesi membri e con l’Italia che in questo momento sta pagando, non per sua colpa, un prezzo economico molto alto che impone l’obiettivo del salvataggio delle imprese.

“Non abbiamo fatto una proposta alla Commissione, ma all’Eurogruppo per elaborarla. C’è un dibattito in corso. Ma qui c’è un appuntamento con la storia e tutti devono essere all’altezza”, ha commentato Conte in conferenza stampa a Roma. Il presidente del consiglio dalla sua ha il premier francese Emmanuel Macron, il quale in un’intervista a Stampa, Repubblica e Corriere della Sera, sabato schierandosi con l’Italia ha dichiarato che se l’Europa muore è “perché non agisce”.

Dal canto suo il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, alle telecamere di Sky ha chiesto un chiarimento alla von der Leyen che “una settimana fa aveva detto altre cose”, mentre “siamo sicuri che serva uno strumento di condivisione del debito”. Von der Leyen la settimana scorsa aveva dichiarato in effetti che “stiamo guardando a tutti gli strumenti e qualunque aiuto verrà utilizzato”, aggiungendo poi un esplicito riferimento ai coronabond: “Questo vale anche per i coronabond: se aiutano e sono correttamente strutturati, vanno usati”.

“In questo momento, la Presidenza non esclude alcuna opzione entro i limiti del trattato”, ha quindi precisato in serata la Commissione in una nota uscita a polemica esplosa. “Come primo passo stiamo lavorando a una piena flessibilità dei fondi esistenti, come i fondi strutturali. Ciò fornirà supporto immediato. Per garantire il recupero, la Commissione proporrà modifiche alla proposta del Mff (bilancio pluriennale) che consentiranno di affrontare le conseguenze della crisi coronavirus”, aggiunge la nota.

Quanto alla replica di Conte, von der Leyen sottolinea che “il Consiglio europeo ha incaricato l’Eurogruppo di presentare proposte entro le prossime settimane. La Commissione parteciperà a tali discussioni e sarà pronta a fornire assistenza, se sostenuta dall’Eurogruppo. Ciò è necessario poiché lo spazio fiscale per i nuovi strumenti è limitato, poiché siamo nell’ultimo anno del Mff”. Inoltre la Commissione sta “parallelamente lavorando a proposte per la fase di recupero nell’ambito dei trattati esistenti”.

Chissà cosa ne pensa l’ex governatore della Banca Centrale europea, Mario Draghi, che dalle colonne del Financial Times ne giorni scorsi ha al contrario parlato della necessità che, nel pieno dell’emergenza come l’attuale, i governo agiscano senza limiti.

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