Completamente distrutta la cancelleria centrale del gip: è da lì che è divampato il fuoco. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, sono intervenuti i carabinieri e il pm di Milano Alberto Nobili, a capo del pool antiterrorismo
Un incendio si è sviluppato intorno alle 6 di questa mattina nel Palazzo di Giustizia di Milano. Le fiamme sono divampate al settimo piano dell’edificio, dove si trova uno degli archivi, e hanno coinvolto solamente una stanza che affaccia su uno dei cortili interni, la segreteria dell’ufficio dei Giudici per le indagini preliminari che hanno sede lì assieme Tribunale di sorveglianza. Nessuno è rimasto coinvolto. Al momento è inagibile anche il sesto piano del Palazzo, dove si trovano gli uffici della Direzione Distrettuale Antimafia e di alcune sezioni civili, a causa delle infiltrazioni dell’acqua usata per spegnere le fiamme.
L’incendio è stato domato e, quanto è stato riferito, il fuoco ha completamente distrutto la cancelleria centrale dei gip: il fuoco è partito proprio in quella stanza e non hanno provocato particolari danni ad altre parti dell’edificio. Sul posto, oltre a 18 squadre dei vigili del fuoco, sono intervenuti i carabinieri e il pm di Milano Alberto Nobili, a capo del pool antiterrorismo. “È un bel disastro”, ha commentato Nobili al termine del sopralluogo con il procuratore Francesco Greco. Oltre ai danni causati dalle fiamme negli ultimi tre piani c’è una grande quantità di fuliggine ma verifiche sono in corso anche sulla stabilità dell’intera struttura.
L’ipotesi è che le fiamme siano scaturite da un cortocircuito ai sistemi informatici, spesso in “sovraccarico”, ma le indagini sono ancora in corso. “È stato un incendio violentissimo con danni terribili”, ha spiegato Nobili, intervenuto sul posto. I vigili del fuoco stanno ancora lavorando nel palazzo e sono presenti numerose squadre anche con un’unità mobile per la protezione delle vie respiratorie. Quando è scoppiato il rogo, poco prima delle 6 del mattino, all’interno del Palazzo e in particolare nei piani coinvolti non c’era nessuno, salvo i presidi di vigilanza delle guardie private agli ingressi del Palazzo. In questi l’edificio è chiuso al pubblico e si può entrate solo per le urgenze. Anche la presenza di magistrati e personale amministrativo è ridotta al minimo.